Il Tribunale del Riesame ha confermato le accuse nei confronti del broker molisano Gianluigi Torzi per il quale lo scorso 12 aprile il Gip di Roma aveva disposto l’arresto, ma l’uomo d’affari, originario di Guardialfiera, è residente a Londra. Decisione che, però, al momento non è stata ancora notificata nè al diretto interessato nè ai suoi legali.
Accolte quindi le tesi della procura di Roma che contesta a Torzi reati di autoriciclaggio ed emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti. Respinta la richiesta degli avvocati Marco Franco e Ambra Giovene che avevano chiesto l’annullamento della misura per mancanza di indizi.
La vicenda nasce dalla ormai nota questione dell’acquisto del palazzo di Sloane Avenue per conto della Santa Sede, che aveva portato un anno fa all’arresto di Torzi da parte dell’autorità Vaticana, con accuse che tuttavia sono state poi smontate dalla giustizia britannica.
Secondo la magistratura capitolina e in particolare il sostituto procuratore Maria Teresa Gerace il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli, parte di quei 15 milioni ottenuti per l’acquisto del palazzo londinese sarebbe stata impiegata per l’acquisto di azioni di società quotate nella borsa italiana per un importo di 4,5 milioni di euro che avrebbero portato a Torzi un guadagno di oltre 750.000 euro, utilizzato per ripianare un debito da 670.000 euro di altre due aziende.
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