La querelle

Giudice conferma il licenziamento per l’ex dirigente della Molise Dati: respinto il ricorso di Gianni D’Uva

La società aveva licenziato l'ex dirigente dopo alcune dichiarazioni considerate gravi e incompatibili con il suo ruolo. Il 1 aprile il pronunciamento del giudice Laura Scarlatelli che ha respinto il ricorso di D'Uva e lo ha condannato al pagamento delle spese legali

Gianni D’Uva non potrà tornare al proprio posto di lavoro alla Molise Dati: il giudice del Lavoro del Tribunale di Campobasso Laura Scarlatelli ha respinto il ricorso presentato dall’ormai ex dirigente della società in house della Regione Molise.

Il pronunciamento del giudice è dei giorni scorsi: l’ordinanza di ben 21 pagine è stata depositata lo scorso 1 aprile.

La storia di D’Uva è cominciata più o meno un anno fa: lo scorso luglio l’ex dirigente e rappresentante sindacale aveva presentato ricorso tramite i suoi avvocati, Massimo Romano e Roberto Di Iorio, dopo essere stato messo alla porta complice una missiva al vetriolo pubblicata su un quotidiano locale in cui aveva scritto “Se la Molise Dati non serve alla Regione, è meglio chiuderla”.

Molise Dati licenzia dirigente che aveva denunciato inefficienze. Presentato il ricorso

 

Dichiarazioni considerate lesive ed offensive nei confronti degli amministratori della Molise Dati spa e della Regione Molise, che è socio unico della stessa società. In particolare, le dichiarazioni del D’Uva erano state rivolte contro la convenzione che regola i rapporti tra la Regione Molise e la Molise Dati che il dirigente riteneva illegittima sotto il profilo fiscale e contrattuale.

L’azienda aveva ritenuto che tali dichiarazioni fossero grave ed incompatibili con il ruolo di dirigente del D’Uva e lo aveva licenziato per giusta causa.

Ne è seguito dunque un contenzioso davanti al giudice del lavoro di Campobasso (nel quale Molise Dati è stata difesa dall’avvocato Gianluca Pescolla) e al termine del quale il ricorso del dipendente è stato rigettato. D’Uva inoltre è stato condannato al pagamento delle spese di lite per 3mila e 200 euro. 

Il Tribunale ha escluso che le dichiarazioni dell’ex dirigente potessero rientrare nell’esercizio del diritto di critica in quanto esse contenevano “offese e allusioni (neanche velate) alla condotta dell’amministrazione e dei sindaci della Molise Dati” e costituivano un “attacco esplicito alla governance della Molise Dati indicata come la responsabile (d’accordo con i vertici della Regione Molise) di condotte volte a danneggiare la società stessa in favore di altre ed a mettere “sul lastrico” i lavoratori.

(Sp)

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