La maggioranza di centrodestra chiude anche la ‘partita’ sul bilancio e licenzia il ‘Bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2021-2023‘ definendo le misure che caratterizzeranno i prossimi tre anni di legislatura. Il pacchetto, si porta sul ‘groppone’ un debito cospicuo, risente anche dell’emergenza provocata dalla pandemia.
“E’ un bilancio di sacrifici”, dice alla fine della seduta il presidente Donato Toma. Lo aveva chiarito anche il presidente della Prima commissione Andrea Di Lucente nella sua relazione introduttiva: “A pesare sul bilancio del 2021 e sui futuri è un disavanzo ingente”. In dettaglio “nel Rendiconto 2019 è stato quantificato in 533 milioni e 485mila alla data del 31 dicembre 2019, mentre per il 2020 il disavanzo presunto è pari a 505 milioni e 300mila. Da notare, quindi, un miglioramento importante nella quota di ripiano del debito”.
La Regione ha destinato al settore sanitario regionale 682 milioni e 264mila. “Oltre tali risorse -si legge nel documento contabile – è stato iscritto il finanziamento corrente straordinario per interventi relativi all’emergenza sanitaria ‘Covid 19’ (di cui al Decreto-legge n. 34/2020) 6 milioni 495mila euro”.
Inoltre il governo regionale prevede di incassare i soldi derivanti dagli accertamenti relativi alla tassa automobilistica per gli anni 2018 e 2019 che vengono vincolati. Così come sono vincolate le entrate previste per l’esercizio 2021 derivanti da alienazioni di beni dell’Ente Regione. C’è un calo delle entrate rispetto al 2020 dell’8% circa.
Undici gli ordini del giorno presentati sul testo. Tre vengono approvati. Il primo porta la firma di Vittorino Facciolla (Pd) sulla ‘Richiesta azzeramento debito sanitario’, che si aggira sui 120 milioni di euro dopo 14 anni di commissariamento. “Questo ordine del giorno – spiega il consigliere regionale dem – nasce dall’esigenza di far comprendere che i debiti della Sanità regionale, in concomitanza con i commissariamenti, non possono essere azzerati sempre ed esclusivamente mettendo le mani nelle tasche dei molisani”. Nello specifico l’ordine del giorno è finalizzato ad impegnare il presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale affinché si azzeri il debito.
Ok anche agli ordini del giorno sulla ricostituzione del Comitato Via (Valutazione Impatto ambientale) e per approvare il regolamento attuativo del Piano energetico regionale. Anche questi sono proposti da Facciolla (Pd).
L’unica proposta del Movimento 5 Stelle accolta in Aula riguarda il ripristino del finanziamento da 50mila euro alle Pro Loco per il quale si è battuto Angelo Primiani (M5S). “Senza la nostra azione – il suo commento – quelle che rappresentano presidi di vivacità culturale e sociale, non sarebbero più in grado di programmare iniziative di un certo livello, in un momento pandemico che suggerisce di caratterizzare l’offerta turistica su tante piccole ma diffuse iniziative sul territorio. Tutto ciò non basta e non può bastare, perché restiamo dell’avviso che il contributo assegnato è insufficiente e dunque meritevole di una futura integrazione. Non farlo dimostrerebbe non essere lungimiranti soprattutto in un periodo dove bisogna puntare con forza sull’attrarre visitatori e sul turismo di prossimità al fine di rilanciare la stagnante economia locale”.
Il giudizio delle opposizioni insomma resta critico.
“In questa tre giorni di bilancio devo registrare una assoluta indifferenza nei confronti di un intero gruppo politico – scandisce il capogruppo M5S Andrea Greco – e mi dispiace perchè credo che le nostre proposte sono state oltre 50. E nessuna è stata accettata”. Invece “ci avete presentato invece un mutuo da 40 milioni senza un piano di investimenti”.
“Il bilancio è deficitario, è come una macchina sgangherata”, osserva il capogruppo Pd Micaela Fanelli. “Non c’è nessuna idea di futuro”.
La consigliera dem, che ha provato ad ostacolare il sub emendamento che autorizza la Giunta ad accendere il mutuo da 40 milioni perchè a suo avviso illegittimo, parla di “un Bilancio di previsione strutturalmente in squilibrio, arrivato in ritardo, con un parere negativo dei revisori, senza concertazione e senza idee. E solo due, tristi e temibili certezze. Un grande buco di 40 milioni e un altro debito di 40 milioni. Con il “merito” tutto ascrivibile al Presidente commercialista Donato Toma, che in tre anni di mandato ha centrato un solo obiettivo: portare la Regione Molise sull’orlo del collasso finanziario, così come certificato dal rendiconto generale impugnato dal Governo, dai rilievi della Corte dei Conti e dai revisori che, per la prima volta nella storia, non vistano il Bilancio”.
Fanelli stigmatizza anche “il ripiano di 41 milioni di euro, frutto della più creativa evanescenza: alienazioni, recupero del nero e risparmi non precisati”. Quindi, la dichiarazione di guerra: “Chiederemo anche a Roma di fermare questo ulteriore indebitamento”.
Per la maggioranza evidentemente non è così. Il Bilancio pluriennale viene approvato con 11 sì, 8 contrari, 2 astenuti.
Il voto in serata dopo alcuni scontri verbali in Aula tra il presidente Toma e il consigliere Greco e la nuova lite tra le ex leghiste Aida Romagnuolo e Filomena Calenda. L’assessora, bersaglio della collega per un presunto stato febbrile, chiarisce all’assise: “Non ho il covid, è risultato negativo anche il tampone molecolare”.
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