La grande rinuncia

Campobasso orfana del Teco Vorrei per il secondo anno di fila. Il sindaco: “Emozioni che spezzano il fiato”

La pandemia vieta la storica e sentita processione accompagnata dalle note struggenti dell’inno composto dal maestro Michele De Nigris. Alle 17 di domani, 2 aprile, il vescovo Bregantini leggerà la preghiera del detenuto davanti al carcere inviando un saluto alla città. Gravina: “I riti religiosi della Settimana Santa sono talmente radicati nella nostra comunità da esser diventati un tutt’uno con la nostra cultura e tradizione”.

Ricordi, condivisioni su facebook dal passato recente o remoto, emozione viva. Per il secondo anno consecutivo, la città di Campobasso dovrà fare a meno della secolare processione del Venerdì Santo. Una tradizione religiosa-popolare che affonda le proprie radici nel 17esimo secolo, tramandata fino a noi e insita nel dna di ogni campobassano. Tanto da far dire al sindaco che “i riti religiosi della Settimana Santa sono talmente radicati nella nostra comunità cittadina da esser diventati un tutt’uno insostituibile con la storia di Campobasso e con la nostra cultura e tradizione”.

Seppure la luce finalmente si intraveda in fondo al tunnel, è impensabile, impossibile pensare di far sfilare la storica processione per le vie della città. Nei tempi belli, quando la normalità non aveva il valore inestimabile di oggi, Campobasso in questi giorni si sarebbe riempita di gente, migliaia di persone in attesa della Madonna Addolorata e del Cristo Morto, accompagnati dalle note struggenti del Teco Vorrei nei vicoli del Centro Storico, lungo il Corso.

Gli accordi tenebrosi dei bassi, soprani e tenori incalzanti nella marcia funebre, la vena malinconica impressa dai contralti. Un capolavoro firmato dal maestro Michele De Nigris sui versi del Metastasio.

Gravina e Toma

“Vivere tutto questo così come siamo chiamati a fare anche quest’anno, a causa del lungo protrarsi della situazione pandemica – prosegue il primo cittadino – è qualcosa che spezza il fiato. Man mano che ci avvicinavamo a questa data, nei mesi scorsi, ci siamo tutti resi conto che l’evolversi della situazione sanitaria a livello nazionale ci avrebbe portato, inevitabilmente, a replicare anche in occasione di queste festività ciò che già un anno fa abbiamo conosciuto”.

Nel 2020 lo smarrimento era il sentimento dominante. Ora la fatica e la stanca abitudine alle rinunce hanno preso il sopravvento, rendendo in qualche modo normale tutto ciò che un tempo sarebbe stato assurdo. Ecco perché Gravina si dice “certo che Campobasso, seppure assorta e rispettosa delle regole che il periodo impone, saprà vivere questi giorni senza perdere nemmeno un briciolo di quella speranza che ci deve aiutare a progettare il futuro, perché le nostre tradizioni torneremo a viverle, non solo a ricordarle”.

Bregantini

Come dodici mesi, alle 17 di domani, 2 aprile, l’Arcivescovo Giancarlo Bregantini si recherà in processione solitaria verso il carcere per la tradizionale preghiera del detenuto e per inviare un saluto a distanza alla cittadinanza. Nel giorno di Pasqua Bregantini celebrerà la messa proprio in via Cavour, mentre alle 11.30 officerà la funzione religiosa nella chiesa di Santa Maria della Croce.

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