Azienda sanitaria condannata

Per il giudice il dottor Pastore non ha offeso Asrem: “Critica legittima”, sanzione annullata

Per il giudice del lavoro del Tribunale di Isernia, la dottoressa Elvira Puelio, le affermazioni espresse dal dirigente medico rientrano nella libertà di espressione tutelata dall'articolo 21 della Costituzione. Il dottore, che nel 2017 aveva espresso critiche nella gestione sanitaria sbilanciata a favore del privato, commenta: "Questa è una sentenza storica"

Il primario del pronto soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia, Lucio Pastore, poteva esprimere giudizi sul sistema sanitario regionale in virtù dell’articolo 21 della Costituzione, quello che garantisce a tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Il dirigente medico, uno dei volti della battaglia in difesa della sanità pubblica più conosciuti della regione, aveva denunciato tutto quello che non funzionava nella gestione sanitaria.

A distanza di quattro anni, è stato assolto nella sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Isernia, la dottoressa Elvira Puelio che ha condannato Asrem a pagare 651 euro, oltre alle spese processuali. 

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Il medico aveva fatto ricorso contro il provvedimento disciplinare dell’Azienda sanitaria (che aveva considerato come “irriguardoso” l’atteggiamento di Pastore) è stato annullato dal giudice. La difesa del primario del pronto soccorso pentro è stata curata dagli avvocati Marianna Salemme e Oreste Scurti. Pastore ha voluto ricordare Marianna Salemme, scomparsa di recente in giovane età, dandole merito per la sentenza ottenuta.

“Circa 4 anni fa – ripercorre il primario in una conferenza che si è svolta oggi (30 aprile – l’Asrem ha adottato un provvedimento disciplinare nei miei confronti perché avevo dichiarato che lo sfascio della sanità regionale era legato alle politiche clientelistico-familiari che stavano determinando la distruzione del sistema sanitario. Fra l’altro, come poi si è visto durante l’emergenza covid, nella sanità è mancato tutto: in Molise abbiamo avuto circa 500 morti e un indice RT tra i più alti d’Italia, a dimostrazione che il sistema non funziona e ci sono state carenze anche per chi soffre di altre patologie”.

Tornando al ‘bavaglio’ imposto da Asrem a Pastore, “ovviamente quelle affermazioni andavano contro una gestione della sanità e dunque – ricorda il dirigente medico – l’Asrem ritenne di dovermi sanzionare. Io ho ritenuto di dovermi appellare. E per la prima volta in Italia è stata emessa una sentenza che ribadisce la possibilità di un dipendente di potersi esprimere in base all’articolo 21 della Costituzione”.

Dunque, osserva sempre Pastore, “questa sentenza è importante perché in Italia si cerca di mettere il bavaglio a tutti coloro che denunciano la distruzione del sistema pubblico sanitario quando invece il personale ha una libertà di parola che è garantito dalla Costituzione”.

Soddisfatto per la sentenza anche il presidente del Forum per la Sanità pubblica di qualità, Italo Testa, presente all’incontro con i giornalisti che ricorda un caso analogo in cui è incappato un altro operatore sanitario.

Invece per l’avvocato Oreste Scurti “è importante non solo il riconoscimento della libertà di espressione, ma anche la legittimità della critica espressa dal dottor Pastore che stava combattendo una battaglia” perchè “aveva manifestato critiche sulla gestione sanitaria da parte della politica”.

Una sentenza dunque che farà storia e segna un punto importante a favore di tutti i sanitari che non hanno risparmiato critiche alla gestione sanitaria dell’emergenza covid da parte dell’Asrem. “Oggi ci sentiamo tutti più liberi di esprimere il proprio pensiero”, la chiosa finale dell’avvocato Scurti. “Ogni democrazia si basa su questi presupposti e questa è una sentenza di valore nazionale”.

 

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