La richiesta si fa sempre più pressante, d’altra parte gli agenti di Polizia Locale (comunemente chiamati vigili urbani) sono tutt’ora esclusi dalla campagna vaccinale che per i colleghi degli altri corpi delle Forze dell’Ordine invece è partita, dai primi di marzo.
A ‘battere i pugni sul tavolo’ e a tornare sulla questione è l’associazione molisana del settore. “L’Associazione Molisana Polizia Locale lamenta la disattenzione e l’irrituale non rispetto di una delle Categorie maggiormente esposte e a servizio della collettività sin dalla prima ora!”
In foto (a sinistra) il Capitano Pietro Cappella – vicepresidente di AMoPoL e Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Termoli – e Domenico Esposito – presidente dell’associazione – che lamentano altresì come dopo 12 giorni (la missiva reca la data del 10 marzo scorso) non abbiano ricevuto alcuna risposta alla nota di sollecito inviata, indirizzata al Direttore generale per la Salute della Regione Molise, Lolita Gallo, e per conoscenza alla (ormai dimissionaria) Struttura commissariale, al Presidente Toma e al Consigliere Andrea di Lucente.
Nella nota si esprimeva tutta la perplessità per il fatto di aver escluso il personale di Polizia locale dalle vaccinazioni nonostante per gli altri Corpi queste fossero già iniziate. Eppure “parliamo – si legge – di personale a servizio delle comunità locali che in particolar modo in questo periodo di ‘zona rossa’ (allora lo era tutta la regione, ndr) sono sul campo, oltre per il disbrigo dei compiti ordinari, soprattutto in prima linea per garantire il rispetto dei provvedimenti comunali, regionali e governativi in ambito sanitario”. E ancora: “A loro dobbiamo certezze al pari delle altre Forze di Polizia”.
Oggi l’AMoPoL rincara la dose: “La Categoria si sente bistrattata e strumentalizzata. Pur comprendendo le difficoltà del momento ci teniamo a ricordare che a Noi viene chiesto continuamente di essere in prima linea per garantire il rispetto dei provvedimenti restrittivi. Ci sembra giusto quantomeno fornire una risposta ad una sollecitazione, oltre che doveroso è atto di educazione!”
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