Un nulla di fatto con l’aggravante di prendere altro tempo per ragionarci su. Si è conclusa così la riunione tra i medici di famiglia e i vertici della sanità molisana che questa mattina, 2 marzo, si sono ritrovati davanti allo schermo di un computer per definire i dettagli della campagna vaccinale che sta andando a rilento.
Dal 21 febbraio scorso, infatti, c’è un protocollo firmato da Governo, Regioni e sindacati dei medici di medicina generale (Fimmg, Smani e Smi) che permette a questi ultimi di somministrare i sieri anti Covid 19 nei propri ambulatori. Le regioni che, come il Molise, non si sono ancora attrezzate, devono stipulare un accordo in cui fornire informazioni utili ai medici di famiglia per capire chi, come e quando vaccinare i propri assistiti.
La riunione di oggi sarebbe dovuta andare proprio in questa direzione e invece da quel tavolo virtuale a cui erano seduti il segretario della Fimmg Molise (Federazione italiana medici di medicina generale), Antonio Tartaglione, il commissario ad acta Angelo Giustini, la sub commissaria Ida Grossi (che è anche responsabile del piano vaccinale del Molise) e, per la Regione Molise, la dirigente del settore Salute, Lolita Gallo, non è emerso alcunché.
Lo riferisce senza mezzi termini il dottor Peppino Licursi che è il segretario provinciale della Fimmg e spiega: “Questi vivono in uno stato confusionale ma qui non c’è più tempo da perdere. Come medici di medicina generale abbiamo già esposto le criticità dei sistema vaccinale ma dalla Regione, dall’Asrem e dalla struttura commissariale non è arrivata una sola risposta definitiva. Abbiamo chiesto un protocollo vaccinale per capire quali pazienti vaccinare prima, se gli oncologici, i cardiopatici, i diabetici. Dobbiamo applicare un criterio di età dei nostri assistiti? Quali vaccini ci forniranno? Poiché nessuno oggi ci ha dato queste risposte la riunione è stata aggiornata a giovedì prossimo dove ci aspettiamo risposte definitive e non che si allunghino ulteriormente i tempi perché questo non fa che amplificare il disagio tra nostri assistiti che ci chiamano ogni giorno in studio per sapere quando saranno vaccinati”.
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