Consiglio regionale

Toma annuncia ristori per imprese e Comuni in zona rossa. Fontana: “Precedenza al Basso Molise”

Mentre il governatore annuncia la richiesta avanzata al ministro Gelmini, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle chiede più attenzione alle attività economiche della fascia costiera che hanno dovuto chiudere dal 7 febbraio

“Dal 1 marzo il Molise è zona rossa, come da ordinanza del ministro Speranza. Ho chiesto al ministro Gelmini di concedere ristori non solo a beneficio delle imprese e delle attività economiche chiuse, ma anche per i Comuni. Benefici che dovranno essere inseriti nel prossimo decreto“. L’annuncio del presidente Donato Toma in avvio del Consiglio regionale di oggi (2 marzo), nella consueta informativa.

La notizia è stata accolta con favore dal consigliere del Movimento 5 Stelle Valerio Fontana che chiede di dare precedenza alle attività economiche del Basso Molise, che hanno chiuso dal 7 febbraio per effetto dell’ordinanza del capo della Giunta regionale. Campomarino è entrato in zona rossa una settimana prima, dal 31 gennaio, primo centro della fascia costiera ‘blindat0’.

“Si tratta di un’iniziativa che ritengo opportuna ed io stesso ho lavorato, nelle scorse settimane, ad una proposta che va nella stessa direzione”, spiega Fontana. In particolare, evidenzia, “per evitare meccanismi iniqui, come quelli visti con il famigerato ‘click day’, ho elaborato dei puntuali criteri di assegnazione dei ristori. Che saranno fondamentali per offrire una boccata d’ossigeno a chi ha patito maggiormente le ulteriori restrizioni, come i Comuni del basso Molise, i primi in zona rossa. Mi auguro che questi criteri, depositati con una mozione in Consiglio regionale, vengano fatti propri dal governo regionale. Ed applicati senza storture e senza ritardi”.

Fontana M5S

L’esponente grillino fa poi un’analisi del primo anno di pandemia: oggi, 2 marzo, è trascorso un anno esatto dal primo contagio da Covid in Molise, quando venne accertata l’infezione da Sars-Cov-2 in una signora di Montenero di Bisaccia.

2 marzo 2020, l’inizio dell’incubo: la paziente 1 a Montenero e il Molise capì cos’era il coronavirus

Il giudizio di Fontana sulla gestione della pandemia è impietoso: “In un anno nulla è stato fatto, nulla di ciò che ci diceva il governo nazionale, nulla di ciò che la stessa Regione, l’Asrem e il Commissario avevano annunciato (il piano definitivo per l’emergenza è di luglio scorso). Ma questo non lo dico io, non il MoVimento 5 Stelle, bensì un ente terzo, ovvero gli ispettori del Ministero della Salute.

Cito tre numeri su tutti. Quanti posti letto si è riusciti ad attivare con la cosiddetta ‘torre Covid’ presso l’ex hospice del Cardarelli? Zero. Finora i lavori sono stati fermi e, ritardo dopo ritardo, con annessa lievitazione dei costi, chissà se la struttura vedrà la luce in tempi utili.
Con i container, le unità mobili da allestire fuori ai principali ospedali della regione, quanti posti letto sono stati attivati? Anche in questo caso, la risposta è: zero.
L’articolo 2 del ‘decreto rilancio’ intimava le Regioni ad attivare, in maniera strutturale, nuovi posti letto di terapia intensiva. A distanza di un anno, quanti posti strutturali sono stati attivati in Molise? Ancora una volta, zero.
Sono tre pesantissimi ‘zero’ in pagella”.

Quindi, insiste Fontana, “la gestione dell’emergenza è stata spaventosamente inadeguata, su tutti i fronti, dal punto di vista della Protezione Civile e della direzione dell’Azienda sanitaria regionale. Le incompetenze sono certificate dagli ispettori ministeriali, che ripetono più volte nel verbale la locuzione ‘assenza di governance’. I nostri ospedali, e gli stessi cittadini, sono stati abbandonati a loro stessi, nonostante gli enormi sforzi del personale sanitario, che ha atteso invano i necessari rinforzi”.

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