Sensibilità personali

Stipendi di assessori e governatore coperti da privacy. Il mistero buffo della giunta regionale

La sezione dedicata alla trasparenza della Regione Molise contiene determine coperte dalla privacy: tra queste anche la liquidazione delle indennità di febbraio alla giunta regionale. Per la dirigente che ha reso illeggibile il provvedimento è solo applicazione della legge: "Ci sono dati sensibili". Ma la sua scelta ha destato dubbi e perplessità anche tra i colleghi dirigenti di altri settori.

“Atto soggetto al trattamento della privacy”: c’è scritto così sulla determina dirigenziale numero 1126 del 24 febbraio scorso che liquida le indennità di carica agli amministratori regionali per il mese di febbraio.

Di quali amministratori parliamo? Del presidente della giunta regionale e dei suoi assessori che per il mese appena concluso si spartiranno un po’ più di 70 mila euro. Il provvedimento, però, non può essere visionato sebbene si trovi sull’albo pretorio online della Regione Molise che, come noto, è proprio quella sezione del portale web di un ente pubblico in cui è possibile consultare gli atti, i documenti, gli avvisi che devono essere portati a conoscenza dei cittadini. L’albo, insomma, esiste, proprio in virtù della sua missione che è quella di far conoscere ciò che decide una pubblica amministrazione contribuendo a rendere trasparente la sua azione. Del resto la PA decide coi soldi dei contribuenti e ha l’obbligo di pubblicità legale e se non ci fosse determinati atti non sarebbero neppure validi.

privacy indennità albo

Dunque, per quale ragione apporre una clausola di riservatezza su quello che, in fondo, è già noto? Gli stipendi di Donato Toma e della sua squadra di governo sono pubblici (le cifre sul sito del Consiglio regionale, ndr) e sottoporli a privacy paradossalmente (ma comprensibilmente) genera una certa curiosità.

Abbiamo chiesto lumi alla dirigente del servizio Bilancio Marilina Di Domenico che è la firmataria di questa determina giacché le indennità di carica di vertici e componenti della giunta sono liquidati proprio dal dipartimenti di cui lei è la responsabile (a differenza degli stipendi dei consiglieri regionali che passano per la presidenza del Consiglio regionale).

Di Domenico ha detto che “le indennità di liquidazione sui compensi sono ordinariamente sottoposte a privacy perché possono contenere dati sensibili che non riguardano gli importi. Anche le indennità dei componenti della giunta lo sono ma non è una scelta politico-istituzionale bensì una scelta mia come dirigente per rispetto della normativa sulla privacy”.

Questa legge a cui fa riferimento la dirigente regionale è il Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, in vigore dal 1º gennaio 2004) e contempla tutti i casi in cui dati e informazioni personali vanno tutelati. Anche se parliamo di soldi pubblici e di amministratori pubblici

Ma quali dati sensibili possono esserci in una liquidazione di spesa dello stipendio di un amministratore regionale? Possiamo escludere che siano contenute informazioni sulla sfera sessuale dell’assessore Nicola Cavaliere  o sullo stato di salute di Vincenzo Niro, tantomeno ci sarà scritto se Roberto Di Baggio ha recentemente avuto una crisi mistica passando allo sciamanesimo. Informazioni, peraltro, di cui non ci interesserebbe alcunché. Mentre conoscere da quell’atto segreto la cifra esatta della loro indennità durante la più terribile fase pandemica attraversata dal Molise è interessante eccome.

Ma la dirigente Di Domenico questo interesse pubblico non lo ravvede applicando la norma “perché se non lo facessi sarei sanzionabile”. Insomma, sta facendo il suo dovere di burocrate scrupolosa spiegandoci pure che “le determine di liquidazione sono sempre state sottoposte a privacy”.

Vitalizi, stipendi, indennità e compensi vari, laddove ci sono dati personali, vanno coperti da privacy “senza nessuna scelta politica o per mancanza trasparenza ma solo per motivi strettamente legati alla normativa che io devo rispettare”.

Se questi dati sensibili, nel provvedimento stesso o in qualche suo allegato che, sempre per la privacy, non siamo riusciti a leggere, potessero essere sbianchettati o resi illeggibili con un omissis lasciando leggibile tutto il resto è una domanda che resta senza risposta.

Sta di fatto che non tutti in Regione agiscono così: il dirigente Claudio Iocca, per esempio, che è responsabile del terzo dipartimento (Valorizzazione del capitale umano) pubblica mensilmente “tutte le liquidazioni e gli impegni spesa degli stipendi del personale regionale e non li assoggetto assolutamente a privacy perché non contengono né dati sensibili né sono soggetti a particolare tutela. In tutta onestà la cosa lascia perplesso anche me”.

Per la cronaca: Donato Toma intasca 13.500 euro al mese, il suo vice Vincenzo Cotugno 12.500, gli assessori Vincenzo Niro, Roberto Di Baggio, Nicola Cavaliere, Michele Marone e Quintino Pallante 11.500.

All’incirca e lordi.

(AD)

 

 

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