Il monitoraggio

Rt del Molise più alto d’Italia, l’incidenza dei casi mostra però una flessione. Picco terza ondata già raggiunto?

La nostra regione sarà rossa almeno fino a metà mese. Nondimeno è interessante la lettura dei dati emersi dal consueto monitoraggio del venerdì della Cabina di Regia. Spicca il dato dell'Rt, tornato ad essere il più alto d'Italia e con valori mai raggiunti prima. L'incidenza settimanale dei nuovi casi però, che nel Paese è in netta ascesa, da noi è in decrescita. Potrebbe significare che il picco della terza ondata da noi è stato raggiunto?

Torna ad avere l’Rt più alto d’Italia il Molise, sebbene mostri una decrescita nel numero dei casi. Terza ondata, non v’è più dubbio alcuno. L’aumento dei contagi è legato a doppio filo alla diffusione delle varianti (inglese in particolare, ma anche brasiliana). Vale per il Molise (dove l’incidenza della variante inglese è la più alta del Paese, stimata nel 94%) e vale per tutta la Penisola. L’Italia si tingerà a breve sempre più di rosso, o arancione, o arancione scuro. Il Molise, che è regione ‘rossa’ dallo scorso 1 marzo, lo sarà almeno fino al 14 marzo e la speranza è di vedere gli effetti di queste restrizioni già dalla settimana prossima.

Ma veniamo ai dati emersi dal monitoraggio della Cabina di Regia. Nella nostra regione l’Rt la settimana scorsa si attestava sul valore di 1.11 (quella prima ancora era 1.4, allora il più alto d’Italia). Ora è balzato a 1.66 (tra 1.27 e 2.07). Un valore altissimo, mai toccato finora e il più alto d’Italia, con distanze siderali dagli altri territori.

Ma vale la pena analizzare le singole voci riportate nella tabella, raffrontandole con quelle della settimana scorsa. In Molise i nuovi casi segnalati nella settimana sono stati 580 mentre erano 646 la scorsa. Il trend è in diminuzione, mentre la scorsa settimana era in aumento rispetto alla precedente. E l’incidenza dei casi per 100mila abitanti scende da 214 circa a 193.

tabella rt 5 marzo
tabella rt 5 marzo

La settimana scorsa, così come questa, la valutazione di impatto era – ed è anche oggi – definita moderata. Però se la scorsa settimana alla voce ‘allerte relative alla resilienza dei servizi sanitari territoriali’ c’era 0, oggi c’è 1. Il sistema ospedaliero molisano in affanno è, come possiamo vedere quotidianamente, il vero dramma di queste ultime settimane e presumibilmente delle prossime. Infine, la classificazione complessiva di rischio che rimane ‘moderata ad alta probabilità di progressione’ nelle prossime settimane.

 

Ma le cose vanno sempre peggio in tutt’Italia, e potremmo azzardare la considerazione che il picco della terza ondata è probabilmente in atto in Molise a differenza del resto del Paese. L’epidemia accelera, con un’incidenza nazionale di nuovi casi che passa dai 145 per 100mila abitanti del precedente monitoraggio (15-21 febbraio) ai 195 per 100mila abitanti di quest’ultimo, riferito al periodo 22-28 febbraio. A conferma di quanto detto prima, l’incidenza molisana sta invece regredendo e attualmente è tornata in linea con quella media nazionale (193 la prima, 195 la seconda).

L’indice di trasmissibilità Rt è salito rispetto alla settimana scorsa e per la prima volta dopo 7 settimane è tornato sopra l’1, la soglia considerata critica. Era 0.99 venerdì scorso, è ora 1.06 nel suo valore puntale (oscilla tra 0.98– 1.20). Il dato in questo caso si riferisce al periodo 10-23 febbraio.

Ma sono tanti gli indicatori in netto peggioramento che emergono dall’ultimo report sull’andamento dell’epidemia elaborato da Istituto superiore di Sanità e Ministero della salute. A cominciare dal tasso di occupazione in terapia intensiva che, a livello nazionale, è complessivamente in aumento perché passato dal 24% della scorsa settimana al 26% attuale. In aumento anche i ricoveri nell’area medica.

Le Terapie Intensive, in particolare, sono sotto pressione in 11 regioni e province autonome italiane, dove la percentuale dei pazienti ricoverati in rianimazione supera o è sulla soglia critica, fissata al 30% dal Ministero della Salute, per l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti con Covid-19. Ebbene, le regioni più in emergenza – secondo i dati dell’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas) aggiornati a ieri sera – sono l’Umbria con il 58%, il Molise al 54% (in forte salita) e, a seguire, la Provincia autonoma di Trento (51%).

Una situazione, la nostra, indubbiamente ancora molto critica. Ma i dati sono impietosi un po’ per tutt’Italia dove, ad accezione della Sardegna, tutti i territori sono a rischio moderato (la maggior parte) o alto (6 regioni). “Si ribadisce che anche alla luce dell’aumento sostenuto dalla prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità si impone di mantenere una drastica riduzione dell’interazioni fisiche ed è necessario un rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione del fenomeno”.

 

Dieci regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1. Questi i dati degli Rt regione per regione:
Abruzzo 0.96
Basilicata 1.16
Calabria 0.81
Campania 0.96
Emilia-Romagna
 1.13
Friuli Venezia Giulia 0.92
Lazio 0.98
Liguria 0.96
Lombardia 1.13
Marche 1.08
Molise 1.66
Piemonte 1.15
Bolzano 0.75
Trento 1.1
Puglia 0.93
Sardegna 0.67
Sicilia 0.79
Toscana 1.18
Umbria 0.79
Valle d’Aosta 1.21
Veneto 1.08

 

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