Dopo quella inglese

La variante brasiliana del virus arriva in Molise: 3 casi a Venafro

La conferma arriva dal laboratorio di Biologia Molecolare del Cardarelli dove pochi giorni fa è entrato in funzione il nuovo sequenziatore. Proprio questo strumento ha permesso la rilevazione della variante P.1/501Y.V3 (cosiddetta brasiliana). Il virus così mutato avrebbe infettato 3 persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare, residenti nella zona di Venafro.

Il sequenziatore, recentemente installato, del laboratorio di Biologia Molecolare del Cardarelli ha individuato la presenza della variante brasiliana nel nostro territorio. Precisamente nella zona di Venafro e in tre soggetti che hanno contratto l’infezione. Tre persone dello stesso nucleo familiare: finora è stato accertato questo e sicuramente l’aver individuato la variante è importante ai fini della sorveglianza epidemiologica e per circoscrivere il focolaio.

Il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano spiega che “nell’ambito dei campioni prelevati il 18 marzo, abbiamo riscontrato una prevalenza di variante inglese e tre casi di variante brasiliana a Venafro. Tutto è avvenuto attraverso il sequenziatore di cui è attrezzato il laboratorio dell’ospedale Cardarelli e che abbiamo acquistato. Ricordiamo che Asrem è una delle poche aziende sanitarie italiane a essere dotata di tale macchinario. Il sequenziamento è terminato due ore fa”.
Ancora non è chiaro se saranno prese particolari misure per contenere il contagio, ma il dg Asrem ne approfitta per rilanciare un appello alla popolazione: “Colgo l’occasione per ribadire l’invito alla popolazione di utilizzare i dispositivi di protezione, soprattutto in presenza delle varianti che sono più contagiose”.

 

Così, dopo la massiccia diffusione della variante cosiddetta inglese (circolante per oltre il 90% in Molise secondo recenti studi), ecco che arriva la conferma della presenza di un’altra mutazione del virus Sars-Cov-2, quella meglio conosciuta come variante brasiliana.

La scoperta è stata possibile grazie al sequenziatore, consegnato al Cardarelli lo scorso 15 marzo e in funzione da pochi giorni. In questa intervista (che segue) ce ne aveva parlato proprio il responsabile del laboratorio di Biologia Molecolare, il dottor Massimiliano Scutellà, che aveva sottolineato l’importanza del sequenziamento del Dna del virus nonchè quella di conoscere quali tipi di ceppi circolano nel territorio allo scopo di prevenire la diffusione di varianti pericolose.

Vita, morte e miracoli del nemico numero 1: ora si può. Al Cardarelli il sequenziatore che studia varianti e le sue mutazioni

E la variante brasiliana, per gli esperti P.1/501Y.V3, è proprio una di queste. Gli studi hanno dimostrato infatti una potenziale maggiore trasmissibilità e propensione alla reinfezione di questa variante. La preoccupazione è legata anche all’efficacia dei vaccini in questi casi perchè questa variante mutata potrebbe indebolire la risposta degli anticorpi in persone già infettate o vaccinate: e quindi ridurre l’efficacia dei vaccini. Anche se il vaccino in ogni caso proteggerebbe dalla insorgenza di malattia grave.

Purtroppo era prevedibile che anche questa mutazione genetica arrivasse prima o poi, come sta avvenendo anche altrove e di recente proprio nel vicino Abruzzo.

 

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