Lo strappo

La Lega scarica Toma: “È in un vicolo cieco, calpestata ogni dignità. Noi siamo fuori”

Durissime le parole dell'On. Jari Colla, Commissario Regionale della Lega in Molise, dopo la sostituzione spregiudicata in Giunta di Michele Marone con Filomena Calenda. “I giochi di palazzo e di poltrone dei suoi cattivi consiglieri hanno portato Toma in un vicolo cieco, ora basta. Non ci riconosciamo in questo centrodestra”.

jari colla lega

Non si è fatta attendere la reazione della Lega dopo la defenestrazione dell’assessore regionale Michele Marone, mandato via in una manciata di ore per fare posto a Filomena Calenda, che in cambio del posto in Giunta ha ritirato la sfiducia, salvando il Governatore in extremis.

Jari Colla, commissario regionale del partito di Matteo Salvini in Molise, utilizza parole inequivocabili e durissime. “C’è una forma, un rispetto e una dignità a cui non si può venir meno. 5 crisi di Giunta regionale in 15 mesi, dove si è sempre cercato di trovare un capro espiatorio nella Lega e non si è mai voluto fare una riflessione seria sull’operato della giunta regionale (su cui avremo molto da dire) sono sufficienti per mettere la parola fine a questa esperienza”.

Donato Toma scaricato dal partito, senza appello e senza possibilità di ripensamento. Per il Governatore, che non ha più alcun esponente della Lega nella sua maggioranza (Aida Romagnuolo e Filomena Calenda erano state espulse dal partito con il quale sono state elette) l’orizzonte politico è nerissimo.

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Jari Colla ringrazia l’avvocato Michele Marone che “si è distinto per il suo lavoro, uomo di grande valore competenza e professionalità. Lasciamo le chiacchiere, i giochi di palazzo e di poltrone ad altri”.

Rivendica I risultati ottenuti in pochi mesi alla guida dell’assessorato alle politiche sociali e al Lavoro: “Evitato il licenziamento di 203 lavoratori Gam, prolungati gli ammortizzatori sociali fino al 31 marzo, proficua interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, strappato l’impegno al governo nazionale per rifinanziare l’area di crisi complessa con 7 milioni, cosa che permetterà di prolungare ulteriormente la cassa integrazione”. E ancora: “Assunzione dei Lavoratori precari di Molise Acque e sul fronte delle politiche sociali l’impegno di Marone in conferenza stato-regioni che ci ha permesso di ottenere un aumento delle risorse statali per il fondo nazionale della non autosufficienza, azione che garantirà il sostegno economico a tutti i beneficiari che versano in situazione di grave disabilità gravissima”.

“Prendiamo atto della scelta del presidente Toma di mettere la Lega alla porta” aggiunge Jari Colla nella sua nota. “I giochi di palazzo e di poltrone dei suoi cattivi consiglieri lo hanno portato in un vicolo cieco”.

Uno strappo radicale, deciso, rispetto a un centrodestra che non viene riconosciuto come tale, certificato dall’annuncio: “Ora ragioneremo tutte le forze, i tanti uomini responsabili di centro destra della società civile, del mondo dell’impresa e dell’associazionismo che in queste ore ci hanno contattato per costruire insieme un nuovo progetto di rinascita del Molise”.

Va da sé che Toma e la sua maggioranza non sono contemplati. Colla si riferisce a “Uomini di buona volontà che non si rassegnano a questi tristi teatrini e che credono in un futuro diverso per questa bellissima terra”.

In sintesi: non c’è spazio per ulteriori manovre di “recupero” e alla luce di questo le dichiarazioni di Donato Toma sulla ricomposizione della Giunta tra un mese, a bilancio approvato, appaiono come uno sberleffo utile solo a sedare gli animi, parole che non convincono la Lega la quale non si fa ingannare né incantare e dice basta.

L’operazione Calenda, è evidente, ha creato un fortissimo malcontento in una vasta parte del centrodestra molisano e oggi la nota della maggioranza consiliare di Termoli, sebbene diplomatica, lo dimostra. La posizione di Donato Toma è sempre più fragile e ora più che mai sembra appesa a un filo sottilissimo anche se la mozione di sfiducia, per il momento, è stata evitata.

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