La manifestazione

I morti, la rabbia, il caos ospedali. Protesta fuori dal Consiglio regionale: “Avete fallito, ve ne dovete andare”

Il bersaglio di 150 persone che si sono date appuntamento in via IV novembre sono il Governatore Toma, i vertici della Asrem, i privati che hanno "mangiato la sanità". Associazioni, comitati, militanti della sinistra, cittadini comuni gridano la rabbia con una protesta dura ma pacifica.

La gente è arrabbiata. Le persone sono stanche, hanno subito lutti, combattono ogni giorno contro il nemico comune chiamato covid. E alcuni si sono dati appuntamento davanti al ‘palazzo del potere’ molisano, ovvero il Consiglio regionale. Tre ore di proteste, urla, chiedendo – invano – di poter parlare con il presidente Toma e con gli assessori e i consiglieri. Il governatore però è a Roma per impegni istituzionali.

Protesta sanità consiglio regionale Campobasso 16 marzo

Atmosfera surreale in via IV Novembre, chiusa al traffico in direzione nord. Le forze dell’ordine controllano a distanza, comprendendo lo stato d’animo di cittadini che nel giro di qualche mese si sono visti strappare alla vita parenti, amici, mogli, mariti, figli. Dunque, controllo doveroso e puntuale affinché tutto si svolga senza degenerazioni ma rispetto da parte di Polizia, Carabinieri e Polizia Locale.

Circa 150 i partecipanti alla protesta pacifica, alla quale hanno preso parte associazioni di lavoratori, comitato vittime covid, comitati di mamme, militanti della sinistra campobassana. Amministratori locali quasi assenti. Tranne qualche eccezione, come il capogruppo del Partito Democratico in Comune, Giose Trivisonno (una presenza significativa la sua), poi raggiunto anche dalle consigliere del Pd Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia. I più rumorosi scandiscono al megafono o urlandolo dietro le mascherine: “Non si può morire così, vergognatevi, andate via. Chi ha responsabilità deve pagare, avete fatto morire troppe persone. Per la vostra incapacità siamo l’unica regione italiana a non avere neanche la torre covid”.

Protesta sanità consiglio regionale Campobasso 16 marzo

Toccante l’intervento di un esponente del comitato vittime, Francesco Mancini, che ha perso il papà all’inizio della seconda ondata: “Mio padre è morto il 12 novembre ed era la 61esima vittima del covid in Molise, oggi siamo a oltre 420. Al di là dei numeri che sono pesanti, per la mia esperienza posso dire che è mancata la dignità, persone che non sono state aiutate nella loro emergenza, senza campanelli al letto per chiedere aiuto, hanno passato giorni senza che nessuno li andasse a pulire, non esisteva un monitor a novembre e dicembre e il personale era insufficiente”.

Molti cittadini di Campobasso, ma diversi arrivano da Isernia, da Termoli, da Venafro, da altri centri delle due province. La signora Pina Gentile regala “petali di rose al presidente Toma che dice che con 13500 euro non ce la fa, la sottoscritta è andata a lavorare 20 ore consecutive per 120 euro. Me li sono dovuti mangiare di medicine, sono rimasta una settimana piegata in due”. E poi tira fuori un salvadanaio: “Facciamo una colletta per Toma…”.

Protesta sanità Consiglio regionale 16 marzo 2021

Più battagliero che mai Emilio Izzo, che riepiloga così quanto accaduto nell’ultimo anno: “In Molise, una delle più belle regioni d’Italia, abbiamo avuto per decenni rappresentanti incapaci di attuare una politica di promozione del turismo. È servito il covid per promuovere la nostra regione, questa estate siamo diventati il top in Italia, sono venuti tutti da noi a passare le vacanze e a portare il covid e la Regione ha promosso un turismo che si può chiamare covid. Da maggio a settembre siamo restati fermi, in attesa della seconda ondata, ci siamo fatti trovare assolutamente impreparati, la sanità era al collasso già prima”.

Protesta sanità Consiglio regionale 16 marzo 2021

Ecco perché “la popolazione ormai ha detto a questa classe politica che deve fare le valigie perché ha fallito e sta occupando abusivamente questo palazzo”. E strappa una promessa a tutti i presenti: “Fra due settimane dobbiamo ritrovarci qui, e voglio il doppio delle persone. Coinvolgiamo, facciamo opera di convinzione sulle persone titubanti, questi politici devono andare a casa”. Ma prima di fermare le proteste, i manifestanti mettono su una ‘avanzata pacifica’, con le mani al cielo, verso Palazzo D’Aimmo, bloccati dal cordone di poliziotti creato all’ingresso.

Protesta sanità consiglio regionale Campobasso 16 marzo

Si è chiesto a più riprese alle forze dell’ordine di poter parlare con qualche esponente di governo. Appello caduto nel vuoto, nessuno si è presentato all’esterno di Palazzo D’Aimmo nel corso del Consiglio regionale. Attimi di tensione, però, si sono vissuti quando l’assessore al lavoro Marone è uscito dall’Assise, accompagnato da altre due persone, per recarsi a piedi verso il vicino distributore di benzina. Alcune persone, riconoscendolo, l’hanno inseguito rivolgendogli insulti contro per “non aver avuto il coraggio di fermarsi a parlare con la gente”. L’intervento dei poliziotti e dei carabinieri ha riportato poi la situazione alla calma.

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