Consiglio regionale

“I fondi del Recovery Fund per incentivare il lavoro femminile”: le proposte del Pd

I democratici hanno raccolto le istanze dell'associazione “il Giusto Mezzo” e presentato uno specifico ordine del giorno in Consiglio regionale

Sono tutte contenute in un ordine del giorno le proposte presentate dal Partito democratico in Consiglio regionale che ha voluto raccogliere le istanze rilanciate dall’associazione “il Giusto Mezzo”. 

Ad illustrare nel dettaglio le misure è Micaela Fanelli, capogruppo dem a Palazzo D’Aimmo, che parte da una premessa: “La pandemia da Covid-19 sta affermando un cambio di paradigma politico e sociale: problemi finora affrontati parzialmente o non affrontati affatto come la denatalità, la disoccupazione femminile, la povertà educativa, il disinteresse per l’infanzia, la mancata conciliazione famiglia lavoro, l’insufficienza del welfare sociale sui servizi alla persona da zero anni alla terza età, hanno rivelato la loro urgenza e importanza occupando con forza il campo delle politiche statali e sovranazionali per uno sviluppo globale e sostenibile”.

In quest’ottica si inseriscono le proposte del Pd Molise inserite nell’ordine del giorno e che raccoglie l’appello dell’associazione “il Giusto Mezzo” e di Manuela Vigilante, attivista e membro del gruppo politico formato da amministratrici.

In particolare, esplicita Micaela Fanelli, “l’attenzione de “il Giusto Mezzo” e dell’ordine del giorno si incentra su tre problemi “chiave”. L’allargamento dell’offerta sulla cura della prima infanzia, dei bambini (nidi e tempo pieno) e della cura familiare in generale (anziani e non autosufficienti), il rilancio dell’occupazione femminile e il gender pay gap, cioè la disparità salariale tra uomini e donne. Interventi da affrontare e realizzare non più per compartimenti stagni o attraverso interventi parziali, ma finalmente grazie a politiche strutturali ed integrate, attraverso il rafforzamento e la realizzazione delle necessarie infrastrutture sociali per un’offerta piena e disponibile a tutti e tutte, a prescindere dalla domanda.

Perché i vantaggi dell’azione strutturale su educazione e cura della prima e della infanzia, sulla scuola, su incentivazione del lavoro femminile, sul superamento della discriminazione di genere relativa a funzioni, salario e riconoscimenti, sulla presenza delle donne nelle decisioni della policy pubblica, sarebbero tali da ripagare gli investimenti, che in questo modo diverrebbero “moltiplicatori” di guadagni sociali, economici, culturali, demografici”.

Una parte dei finanziamenti del Recovery Fund devono perciò essere convogliati su tale settore. “Con i suoi 750 miliardi di euro destinati a sostenere gli Stati membri nell’affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia – rimarca la Fanelli – non si può prescindere da progettualità e azioni destinate alle donne – che rappresentano la maggior parte delle persone che lavorano nella sanità, nel sociale, nella scuola e nelle imprese a più alto tasso di innovazione – per impedirne la segregazione lavorativa, sociale, economica, esistenziale, in considerazione delle rinunce e dei condizionamenti a cui sono sottoposte anche a causa di una organizzazione sociale non sempre adeguata.

Dunque, una straordinaria opportunità di ridisegnare un Paese più equo, più giusto, più sano. Un Paese in cui uomini e donne possano contribuire alla prosperità comune e futura”.

Per questo, aggiunge, “auspicando la massima convergenza di tutte le forze politiche in Consiglio regionale, il Gruppo del Partito Democratico ha presentato uno specifico ordine del giorno, per impegnare il Presidente della Regione Molise a valutare, monitorare ed intervenire affinché i fondi del Recovery Fund siano distribuiti paritariamente sulle azioni che si rivolgono alla vita quotidiana di uomini e donne, con particolare attenzione alla questione dell’occupazione femminile. Ciò al fine di garantire la rappresentanza di genere nei livelli decisionali degli organismi pubblici che dovranno elaborare, promuovere e gestire politiche di spesa in ogni campo. Dunque, utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per favorire la formazione e l’occupabilità femminile, contrastare il divario retributivo di genere, potenziare la rete dei servizi alle persone, promuovere forme innovative di smart working e lavoro agile”.

Non solo. Come spiega ancora Fanelli, l’ordine del giorno impegna il Governo regionale anche “ad assumere il bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione di tutti i livelli istituzionali, ad esplicitare il tema della qualità del lavoro e al contrasto delle discriminazioni di genere, acuite dalla crisi Covid-19 in tutti gli atti di indirizzo da produrre, garantendo qualità dell’occupazione femminile e il potenziamento delle infrastrutture sociali per la conciliazione, per l’autonomia e per l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità. Infine, l’appello alla Regione Molise è quello di monitorare di smart working e lavoro agile, affinché non diventino ostativi ai percorsi di carriera e miglioramento professionale delle donne nei contesti lavorativi di riferimento, predisponendo azioni di contrasto alla povertà estrema attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale”.

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