Un team di 18 medici italo-venezuelani affiancherà da dopodomani i colleghi molisani negli ospedali della regione per combattere il coronavirus.
Sono le 17 quando il pullman partito da Roma, varca la soglia dell’ingresso principale della sede dell’Asrem di via Ugo Petrella. A riceverlo non soltanto il direttore generale Oreste Florenzano, il direttore sanitario Virginia Scafarto e l’ex commissario Angelo Giustini (che è stato parte attiva nell’arruolamento di questi medici dal mondo) ma anche la piccola comunità di venezuelani che vive a Campobasso.
Un’accoglienza calorosa e commovente. L’entrata dell’Asrem colorata dal giallo, dal blu e dal rosso della bandiera nazionale. E da lontano mani che si alzano in cenno di saluto ai medici che scendendo dal bus sventolano, anche loro, con orgoglio il tricolore in segno di riconoscenza e affetto verso quell’abbraccio mancato a causa del covid. Si sente urlare “Benvenuti in Molise”, gli applausi e la risposta commossa e calorosa di questi medici: “Hola Molise, siamo pronti ad aiutarvi”.
E’ un tripudio di affetto per questi volti. Uomini, donne, giovani e meno giovani. Ognuno di loro ha una specializzazione che può contribuire in modo fattivo alla carenza di medici di cui soffre il Molise. Rianimatori, chirurghi, pediatri, internisti, medici generali… ma ognuno di loro “potrà aiutarci a superare questo delicato momento” sono le parole del direttore Florenzano che li aspetta sulla porta.
Molti di loro vivono nel nostro Paese da anni ma non riescono a partecipare ai bandi straordinari per reclutare medici e infermieri perché sono intrappolati nella burocrazia italiana.
“Si tratta di persone che sono fuggite da un Paese al collasso come il Venezuela e pronti con la loro professionalità a sostenere l’Italia e in questo caso specifico il Molise” ha spiegato la presidente dell’associazione ‘Venezuela. La piccola Venezia’ Marinellys Tremamunno. Anche lei giornalista, che nel 2017 a Roma – dove vive – ha fondato questa onlus che ha nel suo Dna la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà internazionale.
Già domani – mercoledì 17 marzo – saranno tutti sottoposti alle visite mediche utili per entrare a pieno regime nei reparti di destinazione. Resteranno un mese in Molise “ma non escludiamo – ha detto Florenzano – che il tempo possa protrarsi, molto dipenderà anche dall’andamento di questa pandemia”.
Negli occhi di questi medici, mentre sono impegnati tra interviste e saluti, si legge chiaramente l’entusiasmo e la voglia di iniziare subito la loro missione. Perché “sì – dicono – per noi il camice bianco è una missione, significa aiutare la persona malata ma anche il collega che combatte da solo”.
“Siamo contenti di aiutare il Molise – dice Marija – e desiderosi di cominciare subito. Siamo al servizio di questa regione e del Paese. Siamo al servizio dei pazienti e dei nostri colleghi molisani”.
“Essere al servizio”. Eccola la prima lezione che arriva dalle voci del Venezuela. Buon lavoro dottori.
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