Campobasso

Chiedeva soldi per dare lavoro, ex funzionario della Regione condannato a tre anni

L’inchiesta della squadra mobile partì dopo la denuncia di alcuni giovani che avevano ricevuto richieste di denaro da parte dell’imputato per poter essere avvantaggiati nella graduatoria relativa allo svolgimento di lavori di pubblica utilità

Era il 7 ottobre del 2015 quando gli uomini della squadra mobile di Campobasso su delega della procura bussarono alla porta degli uffici del Consiglio regionale di via Colitto dove rimasero per oltre un’ora.

Mandato alla mano eseguirono perquisizioni, accertamenti e l’arresto a carico di un dipendente, Francesco Colucci (anche responsabile dell’associazione onlus “Buon Samaritano”).

Per gli inquirenti era colpevole dei reati di tentata concussione e concussione. 

Poi rinviato a giudizio, questa mattina si è tenuta l’ultima udienza con la requisitoria del Pm Vittorio Gallucci che a carico dell’imputato ha chiesto 8 anni di reclusione; l’arringa della difesa sostenuta dagli avvocati Giuseppe Fazio e Gianfederico Cecanese che ne hanno invece chiesto l’assoluzione.

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Il collegio (composto dal presidente Salvatore Casiello, Gianpiero Scarlato e Roberta D’Onofrio) si è poi riunito per emettere la sentenza che ha ratificato una condanna a tre anni di reclusione nonché l’interdizione da pubblici uffici per cinque anni. Inoltre dovrà risarcire i danni a carico delle persone che si sono costituite parte civile (tre rappresentate in aula dall’avvocato Silvio Tolesino e una dall’avvocato Nicolino Cristofaro oggi sostituito dal legale Alessandra Salvatore).

Secondo quanto emerso in sede in indagine Colucci aveva chiesto e in alcuni casi ottenuto denaro da persone che dovevano prestare la loro attività nei progetti portati avanti dall’associazione “Il buon samaritano”.

Inchiesta che si è concentrata in particolare sul bando per la selezione di volontari da impegnare nel servizio civile e due progetti: ”Stop poverty” e ”Giobbe”.

I ragazzi hanno raccontato anche durante le udienze di questi anni che per partecipare ai bandi relativi allo svolgimento del servizio civile pubblicati dalla Regione, si erano rivolti all’associazione di Colucci  che aveva assicurato il prosieguo nelle graduatorie chiedendo in cambio somme di denaro che si aggiravano fino attorno ai 500 euro.

Da quella richiesta, la scelta di alcuni di loro di denunciare l’accaduto alla squadra mobile che ha avviato gli accertamenti relazionando alla procura su episodi in l’imputato si sarebbe fatto realmente accreditare le somme in questione per portare a termine le pratiche del servizio civile, e consentire ai giovani selezionati sulla base di determinati requisiti di lavorare un anno con mansioni di “pubblica utilità” .

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