Il caso

Cartelle esattoriali vecchie, Confesercenti Termoli sbotta: “Errore di Comune e Creset, chiedano scusa”

Il direttore dell'associazione di categoria si scaglia verso l'assessorato comunale alle Finanze e l'ente di riscossione. "Sono loro ad aver sbagliato, non i cittadini che non ottengono risposte e rischiano il contagio da Covid-19 per una questione vecchia di anni"

Nei giorni scorsi, abbiamo segnalato ad un organo di stampa locale, una circostanza che ci è sembrata incomprensibile sia da un punto di vista etico che di sicurezza.

L’invio ai cittadini termolesi di migliaia di avvisi riferiti alla tassa sui rifiuti Tari del 2014.

Marea di cartelle esattoriali vecchie di anni, cittadini spaesati e qualcuno ha già pagato: “Ma sono piene di errori”

Il titolare della pretesa impositiva, come si legge negli avvisi è il Comune di Termoli, in persona del Responsabile del Servizio Finanza, Bilancio e Tributi, dunque l’Assessore al ramo al quale intendiamo rivolgerci direttamente per aiutare, chi fa politica da una posizione certamente privilegiata, a riflettere su cosa ha comportato questa decisione in un periodo in cui siamo in piena crisi economica, per non dire alla fame, ed in piena terza ondata della pandemia, con una regione in zona rossa in cui gli spostamenti sono limitati.

Partiamo dall’apertura della comunicazione inviata ai cittadini e cioè ‘Il Comune di Termoli sta effettuando una ricognizione della propria banca dati con lausilio del Concessionario di Riscossione ICA-Creset. È emerso che la sua posizione necessita di riscontro al fine di verificare il regolare versamento del dovuto o di portare alla sua conoscenza le somme ancora dovute?’

Da nostre verifiche documentate, i cittadini contattati, facendo i dovuti distinguo, hanno ricevuto dal Comune di Termoli nel 2014 gli importi che avrebbero dovuto pagare. Li hanno pagati. Poi nel 2015 avrebbero ricevuto anche un conguaglio, e lo hanno pagato.

Ora, dopo più di 5 anni, vi accorgete che..avete sbagliato?

Non so se ci siamo capiti, ma è bene capirsi. Non siamo di fronte ad un ente impositore che sta perseguendo degli evasori..ci avete mandato dei bollettini? Vi abbiamo pagato. Ci avete mandato (forse, come vedremo in seguito) un conguaglio, vi abbiamo pagato. Se vi siete sbagliati e dopo 5 anni chiedete altri soldi in periodo di pandemia e di crisi economica, la lettera che inviate al cittadino deve iniziare innanzitutto con le scuse e con unammissione di un vostro errore.

massimiliano orlando confesercenti

Ora passiamo al merito della questione anche perché per un errore dell’ente impositore ravveduto dopo 5 anni, centinaia di cittadini stanno andando a ritirare raccomandate in giro per gli uffici postali o stanno provando a passare presso gli uffici della Creset con rischio di diffusione del virus. Infatti se per ricevere i chiarimenti si prova a chiamare la Creset in orario di ufficio in questi giorni non sta rispondendo nessuno per fornire chiarimenti. Abbiamo provato 15 volte a distanza di 45 minuti nei giorni di mercoledì 17 e giovedì 18 sia di mattina che di pomeriggio.

Innanzitutto. Può l’ente impositore che ha sbagliato, ravvedersi e mandare una richiesta di altri soldi dopo 5 anni?

Abbiamo l’avviso di accertamento di un nostro associato. Nel 2014 gli vengono chiesti 114 euro. Pagati in unica rata il giorno dopo. Nel marzo 2021 gli si chiedono di pagare altri 29 euro più 8,50 di notifica per un conguaglio che gli sarebbe stato notificato il 27 gennaio 2015.

La Creset avrebbe potuto richiedere quell’importo fino al 31 dicembre 2020 ma, causa covid, il Governo ha concesso altri 102 giorni, quindi l’ente impositore poteva effettivamente richiederli. Ma l’ente impositore deve dimostrare, alla richiesta del contribuente, in che modo ha notificato e la ricevuta di notifica, altrimenti tale richiesta è nulla.

Pertanto consigliamo ai cittadini di chiedere alla Creset la prova dell’avvenuta notifica citata nel verbale di accertamento.

Numerosi associati ci hanno detto che se avessero davvero ricevuto una richiesta di conguaglio nel 2015 di pochi euro, non avrebbero comunque esitato a pagare. Ma tale richiesta e tale notifica non l’avrebbero mai ricevuta. La Creset se ne è ricordata solo adesso. Dimostri di aver notificato non indicando nel verbale di accertamento un numero…ma fornendo un documento che attesti la notifica.

Riferiamo adesso di un caso diverso in nostro possesso e documentato. F24 inviato nel 2014 regolarmente pagato, conguaglio del 2015 egualmente pagato. Notifica del 2021 con nuova richiesta dell’intero importo. Dopo decine di telefonate senza risposta per ricevere chiarimenti, il nostro associato ha inviato alla società di riscossione l’istanza in autotutela chiedendo alla Creset di verificare i calcoli e di spiegare in parole e calcoli semplici e comprensibili quanto di incomprensibile ed errato era scritto nel verbale di accertamento, manifestando la piena volontà a pagare quanto dovuto, se dovuto.

Davvero sconsolati per dover affrontare a causa del covid oltre a problemi economici delle categorie da noi rappresentate anche problemi di sicurezza dovuti al tardivo ravvedimento di errori di calcolo commessi a suo tempo dalla società che si occupava della riscossione dei tributi e dalla struttura comunale chiediamo:

1) alla Creset di organizzare i propri uffici con personale numericamente adeguato per rispondere al telefono e dare risposte alle attività commerciali ed ai cittadini che chiedono chiarimenti,

2) al Comune di Termoli di sospendere il termine di 30 giorni oltre il quale l’atto varrà come accertamento e dovranno aggiungersi le sanzioni amministrative più gli interessi;

3) alla Creset ed al Comune di Termoli (Assessorato alle Finanze) di scusarsi pubblicamente per lerrore ravveduto dopo 5 anni che hanno commesso e che ha comportato una mobilità in zona rossa di centinaia di cittadini presso ufficio postali ed uffici del concessionario;

In conclusione la Confesercenti di Termoli esprime solidarietà ad un nostro concittadino che ci ha mostrato un verbale di accertamento con la richiesta di 7 euro più spese di notifica di 8 euro e 50. È stato 3 volte alle poste per il ritiro della raccomandata.

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