Video-intervista

Arrivati i medici dell’Esercito: “Questa è una guerra vera, che si combatte negli ospedali”

Parla il tenente colonello Dario Carbone, medico anestesista e rianimatore, da oggi in supporto al personale sanitario dell'ospedale Cardarelli: "In uno scenario bellico internazionale è normale che ci siano dei feriti. Trovarsi in un ospedale per curare la popolazione colpisce dal punto di vista emotivo anche noi che svolgiamo quotidianamente questo lavoro".

Dal fronte di guerra agli ospedali: le ‘vecchie’ e le ‘nuove’ trincee. Per i medici militari l’inferno in cui combattere è lo stesso, anche se non è quello degli scenari bellici. Le persone non muoiono a causa di una bomba o di una granata, ma vengono uccise da un virus.

In Molise quasi 400 persone sono morte a causa della covid che con la ‘sua’ variante inglese è ancora più implacabile. Rispetto a un anno fa (o poco meno), il personale sanitario è allo stremo delle forze di fronte ad un numero incessante di ricoverati. Un po’ come i soldati inviati al fronte senza attrezzature all’altezza e con le ‘famose’ scarpe di cartone.

E’ qui che i cinque ufficiali medici dell’Esercito, giunti ieri sera nella nostra regione, si sono messi all’opera: quattro nelle corsie del centro hub covid di Campobasso, uno al San Timoteo di Termoli. Cinque unità militari che provengono dal Celio, uno dei più antichi presidi sanitari militari d’Italia, riconvertito in centro covid con un accordo interministeriale sin dal marzo 2020.

Ospedale Cardarelli medici militari

“Abbiamo svolto una prima ricognizione per capire le esigenze formulate dalla direzione sanitaria e come possiamo esprimere al massimo le nostre capacità, soprattutto per cercare di ridurre lo stress di cui si sono fatti carico i colleghi ospedalieri. La nostra priorità è dare supporto loro in modo da comprimere un po’ il loro carico di lavoro”, spiega il tenente colonnello Dario Carbone, medico anestesista rianimatore che abbiamo intervistato oggi (1° marzo) all’ospedale Cardarelli.

Dopo le missioni internazionali in Afghanistan, Iraq e Kosovo, dopo aver prestato servizio nell’ospedale di Alzano Lombardo (uno dei primi focolai del Paese quasi un anno fa), il tenente colonello Carbone indosserà il camice nel nosocomio del capoluogo.

Siamo due medici anestesisti rianimatori all’ospedale Cardarelli di Campobasso, gli altri due colleghi supporteranno il reparto di Malattie Infettive. Il collega che sarà all’opera a Termoli dovrebbe essere destinato al pronto soccorso del San Timoteo”.

Il primo anno della pandemia ha messo in ginocchio la sanità, quella molisana è stata avvolta negli ultimi mesi nella spirale malefica del Sars-cov-2. L’emergenza, impossibile da fronteggiare con gli sforzi (già) straordinari del personale sanitario, ha costretto la Regione a chiedere l’intervento dell’Esercito tramite un precisa richiesta inviata al Ministero della Difesa, ultimo salvagente prima di soccombere in questa guerra.

“In uno scenario bellico internazionale è normale che ci siano dei feriti”, osserva il tenente colonnello Carbone. “Trovarsi in uno scenario civile, in un ospedale, per curare la popolazione colpisce dal punto di vista emotivo anche noi che svolgiamo quotidianamente questo lavoro”.

 

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