Termoli Bene Comune torna a chiedere dimissioni di massa per i vertici della sanità regionale. Lo fa dopo aver ripercorso le tappe della notte drammatica fra sabato e domenica, quando si è verificato un blackout elettrico all’ospedale San Timoteo.
La definisce “cronaca di una giornata di ordinaria emergenza a Termoli, dove l’ospedale crolla materialmente sotto i colpi giornalieri inferti da pressapochismo, disorganizzazione, indifferenza e cattiva volontà”.
Per la Rete della Sinistra “una interruzione così lunga dell’energia elettrica, che non sembra avere cause atmosferiche o di altra origine, è verosimilmente solo il risultato del sovraccarico provocato dai tanti macchinari necessari ai malati Covid e dal surplus richiesto dall’ospedale da campo.
Era tanto difficile prevederlo? Era così complicato provvedere? E corre voce che il gruppo elettrogeno, che avrebbe dovuto immediatamente entrare in funzione e si è invece attivato solo dopo un’ora, non abbia funzionato per mancanza di combustibile. Ancora più incredibile e inaccettabile, se è così.
Non abbiamo parole, davvero, di fronte all’ennesimo incomprensibile disastro. Resta solo la ferma volontà di interrompere questo attacco infinito ai cittadini molisani. Siamo in guerra, ha detto qualcuno: è vero, ma abbiamo i generali sbagliati. È ora che se ne vadano, dal primo all’ultimo.
E invece cominciano a circolare voci di una sostituzione del commissario Giustini con il Presidente della Regione. Ci auguriamo che si stia scherzando.
Tutta la catena dirigenziale, amministrativa e sanitaria, deve essere rimossa. È ora che rispondano di ciò che (non) hanno fatto per la popolazione.
È ora che a Roma ascoltino le tante proteste che stanno arrivando da singole persone, associazioni, giornali e televisioni; e che ci diano quello che chiediamo: estensione del decreto Calabria, con un commissario esterno in grado di provvedere a terapia intensiva e personale medico-infermieristico, attivazione reale delle Usca, piano vaccinale efficace in tempi brevi. E azzeramento del debito, con investimenti massicci per ricostruire la sanità pubblica distrutta.
Non c’è altra strada. E non c’è più tempo. In Molise si muore; e non solo di Covid”.
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