Un anno fa

9 marzo 2020: l’inizio della ‘terra ignota’. Un lockdown che ci ha cambiato per sempre

 Dal nostro archivio: 5-9 marzo 2020. Il nostro 'amarcord' finisce qui, laddove iniziò tutto

amarcord chiusure lockdown

Esattamente 12 mesi fa la nostra vita è cambiata. Tra stupore, timori e diffidenza, tutti noi abbiamo pian piano iniziato a fare i conti con una realtà – quella della nostra quotidianità – che irrimediabilmente mutava. Nessuno di noi però avrebbe mai pensato che i tempi della ‘nuova vita’, quella vita monca e scandita da limitazioni prima impensabili, sarebbe stata realtà anche un anno dopo.

Il 9 marzo 2020 l’Italia entrava nel cosiddetto lockdown: la sera precedente tutti incollati a smartphone e televisori ad ascoltare l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che enucleava cosa sarebbe successo da lì ai primi di aprile. Previsione temporale che poi – Dpcm dopo Dpcm – si è rivelata del tutto ottimistica.

Era l’inizio di quella che Antonello Barone definì sulle pagine di questo giornale la ‘terra ignota’. “Tutto quello che sapevamo ieri non c’è più, non vale più”.

La terra ignota

 

Il 7 e l’8 marzo c’erano stati i primi divieti, apripista di quella che sarebbe stata la chiusura tout court, e chi rientrava dal Nord iniziò ad avere l’obbligo di comunicarlo alla autorità sanitarie e regionali, e valeva anche per il Molise.

8 marzo 2020: oggi cambia la nostra vita. TUTTE LE MISURE ANTI-CONTAGIO: chiusure, limitazioni, multe, arresto

 

Il Molise, che pochi giorni prima aveva avuto il suo ‘paziente 1’, una donna di Montenero che si era contagiata in Campania, stava in quel tempo facendo i conti proprio con un cluster importato dal Trentino Alto Adige. Un cluster che nessuno forse dimentica, perché tra i contagiati c’erano anche medici e infermieri dell’ospedale San Timoteo che proprio la sera del 5 marzo venne chiuso. Rimase interdetto per giorni e giorni, e anche questo nessuno poteva mai immaginarlo se non in un romanzo distopico.

Due medici e un infermiere di sala operatoria contagiati, ospedale San Timoteo interdetto per coronavirus: test su pazienti e operatori

 

In un primo momento un’onda di spirito di comunità forse mai sperimentata prima si impossessò di tutti noi. Emblematici in questo senso i flash-mob canori sui balconi e gli striscioni del ‘ce la faremo’.

striscione ce la faremo balconi

Ma la distopia divenne sempre più prepotentemente realtà, e – ecco l’inimmaginabile – perdura fino ai nostri giorni, e ormai di quello spirito è rimasto è rimasto ben poco. Non sappiamo dove collocare precisamente l’inizio dell’incubo: di certo il 9 marzo la doccia fredda della prima vittima molisana del coronavirus contribuì molto a far mutare la percezione degli eventi.

Prima vittima in Molise: è l’89enne di Sesto Campano. Negativi i 38 tamponi di sabato, i contagiati restano 14. Si auto-segnalano 140 rientrati dal Nord

 

Da allora i morti con Covid-19 nella nostra regione sono stati circa 400.

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