Sabato l'unità di crisi

Variante inglese, si va verso un allargamento della Zona rossa ma non per tutto il Molise

Il presidente Toma proporrà di includere nel territorio delle restrizioni più pesanti i comuni di Bonefro, Lupara, Montelongo, Morrone del Sannio e Provvidenti al momento esclusi. "Ma per ora non ci sono le condizioni per andare oltre"

Si va verso un allargamento della zona rossa del Basso Molise, ma per il momento limitata soltanto a quei cinque comuni del distretto sanitario di Termoli che nell’ordinanza di domenica scorsa erano stati esclusi per mancanza di persone attualmente positive.

È questa una delle novità anticipate dal Presidente Donato Toma alla stampa in queste ore dopo l’ufficialità della presenza della variante inglese nei campioni inviati dalla Asrem all’istituto Zooprofilattico di Teramo che ha verificato l’esistenza nella stragrande maggioranza dei casi (85 in tutto i campioni analizzati) della cosiddetta variante inglese, vale a dire una mutazione del Sars-Cov-2 rilevata per la prima volta in Inghilterra nei mesi scorsi. Variante che, secondo quanto riferiscono gli esperti, è molto più contagiosa rispetto al virus per come lo si conosceva fino a pochi mesi fa.

Arriva la conferma: la variante inglese del virus circola in tutta la regione. Al vaglio il Molise Zona Rossa

Questo ha comportato infatti un grosso aumento dei contagi in basso Molise, soprattutto per quanto concerne i focolai di Campomarino e di Termoli che oggi contano insieme circa 500 persone positive, ma considerando tutto il basso Molise i numeri sono molto più alti, con positivi fra i 600 e i 700.

Il presidente regionale ha annunciato che alla prossima Unità di Crisi che si terrà sabato 13 febbraio proporrà l’allargamento della zona rossa a quei cinque paesi del distretto sanitario di Termoli finora esclusi. Si tratta di Bonefro, Lupara, Montelongo, Morrone del Sannio e Provvidenti che fino a domenica scorsa non avevano casi positivi e che invece negli ultimi giorni hanno fatto registrare dei contagi.

Difficile che le restrizioni vengano allargate all’intera provincia di Campobasso e tantomeno a tutta la regione Molise. “Al momento non sembra ci siano le esigenze per ulteriori restrizioni ma stiamo valutando” così il presidente Toma.

La richiesta di allargamento della zona rossa a tutta la provincia di Campobasso è stata avanzata nelle scorse ore anche dal segretario regionale del Partito Democratico, il consigliere regionale Vittorino Facciolla. “La variante inglese sembra non sia più pericolosa o che abbia una mortalità maggiore ma si diffonde in maniera più rapida e che lo faccia contagiando anche i bambini (cosa che invece non avveniva con il virus che avevamo imparato a conoscere).

Ecco perché diventa ancora più importante – scrive Facciolla – rispettare tutti i parametri di contenimento del virus (mascherine, distanziamento, igienizzazione frequente delle mani e degli ambienti di lavoro) e diventa fondamentale in quest’ottica diminuire al massimo i contatti.

Chiediamo quindi al presidente della Giunta di estendere la zona rossa a tutta la Provincia di Campobasso e di chiudere tutte le scuole affinché anche il flusso degli studenti da un paese all’altro impedisca al virus di diffondersi ulteriormente”.

Zone rosse che oltretutto stanno aumentando anche nel vicino Abruzzo dove per primo era stato rilevato un focolaio di variante inglese a Guardiagrele, in provincia di Chieti già a dicembre. Stamane il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha disposto tramite un’ordinanza la zona rossa per le città di Pescara, Montesilvano, Spoltore e Francavilla al mare, quindi territori molto estesi della provincia di Pescara che insieme a quella di Chieti stanno facendo registrare un alto numero di positività.

A proposito di zona rossa del Molise, va rilevato come il sondaggio proposto da Primonumero, che ricordiamo non ha valore statistico bensì cerca di tastare il polso della situazione fra i lettori, fa emergere una stragrande maggioranza di persone che ritiene necessario allargare la zona rossa a tutto il Molise.

In meno di un giorno sono state circa 1.400 le persone che hanno espresso la propria preferenza e, di queste, oltre l’80% ha votato per il sì alla zona rossa in tutta la regione. Attualmente però, va ripetuto, un provvedimento del genere non è all’orizzonte anche perché secondo quanto riferito da Toma, la variante inglese è prevalente in basso Molise e presente invece con numeri molto più bassi in provincia di Isernia e nel Molise centrale. Si tratta ancora, però, di una presenza ‘non predominante’ rispetto al virus originario, così ieri il Presidente Toma.

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