Sospetti sulle mutazioni

Variante inglese e sudafricana in BassoMolise? Il dubbio c’è, manca la prova del sequenziatore

L’esplosione di casi concentrati in meno di due settimane sulla costa, l’effetto moltiplicatore del virus in comuni come Termoli e Campomarino, solleva il dubbio sulla possibile presenza delle varianti sul nostro territorio. Impossibile però dire se sulla costa molisana, dove pure i numeri sono elevatissimi, siano sbarcate la variante inglese o quella sudafricana. Manca la prova, ovvero il macchinario in grado di stabilirlo attraverso l’isolamento virale delle varianti di Sars COV 2.

La Asrem non dispone di un sequenziatore, cioè la strumentazione di laboratorio indispensabile per accertare la presenza di una mutazione nel virus. Il sospetto però c’è, innescato in modo particolare dal numero di casi riscontrati negli ultimi 10 giorni. A Campomarino si parla di circa 500 positivi su una popolazione di 7mila abitanti. Un dato che contempla anche i casi di covid-19 sommersi, non ancora accertati da tampone ma verosimili in considerazione del fatto che i contatti stretti o i conviventi di molti positivi con diagnosi non sono ancora stati sottoposti al molecolare.

Il contagio si sta diffondendo secondo uno schema geografico ben preciso, che da Termoli e Campomarino si allarga a raggio nelle aree limitrofe. Anche San Martino e Portocannone, i due comuni confinanti, stanno registrando un aumento di casi.

L’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise potrebbe analizzare dei campioni e fornire la prova del nove circa la effettiva presenza di varianti, come fatto per esempio nel vicino Abruzzo, dove – nel comune di Guardiagrele – è stata accertata la presenza della variante inglese in relazione ad alcuni focolai ad alto indice di trasmissibilità.

Intanto il segretario regionale del Partito Democratico Vittorino Facciolla chiede come mai non sia ancora stato disposto per il comune guidato da Pierdonato Silvestri uno screening di massa che, sostiene, avrebbe potuto mettere in campo la stessa Asrem. “Tutto è fermo” denuncia Facciolla, che lamenta anche l’assenza di qualsiasi coinvolgimento da parte delle strutture sanitarie private.

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