Tutti i dubbi

Vaccini, il piano regionale è troppo lento. Mancano i medici e sulle prenotazioni si brancola nel buio

Il piano vaccinale del Molise va troppo a rilento: la fase uno, che avrebbe dovuto coinvolgere anche gli over 80 nell'immunizzazione, non è ancora conclusa e per la fase due si sta pensando di affidare la gestione a un software. Intanto l'ok al vaccino di AstraZeneca ci obbliga ad accelerare per arrivare prima nella fase tre, quella che proteggerà i lavoratori under 55 dei servizi essenziali come scuola e sicurezza. Tra annunci, malumori e nuovi criteri di distribuzione delle dosi chi ci rimette è (ancora) il personale sanitario che non sa cosa rispondere a tutte le persone che vorrebbero sapere quando arriverà il loro turno. E in tutto questo il siero dell'azienda farmaceutica Moderna - già consegnato all'Asrem - resta chiuso in un cassetto.

Il piano vaccini del Molise sta mostrando crepe e debolezze. Carente sotto il profilo dei medici vaccinatori che sono pochi per una campagna di massa, del tutto inesistente per quanto riguarda il sistema delle prenotazioni. In più deve fare anche i conti con gli imminenti cambiamenti del nuovo piano nazionale che è stato rimodulato per quanto riguarda le categorie che avranno priorità e i criteri di rifornimento per regione. Resta sullo sfondo l’incognita dei reperimenti delle dosi.

La situazione al momento è piuttosto fluida e questo clima di incertezza si respira a pieni polmoni negli ospedali regionali. Il malumore è diffuso tra gli operatori sanitari che non hanno informazioni utili da dare alle tante, tantissime persone cosiddette fragili (malati oncologici, cardiopatici, diabetici, disabili) e agli over 80 che ormai quotidianamente chiamano per essere informati sulla possibilità di prenotare la loro dose per raggiungere l’immunizzazione dalla Covid 19.

Qualche giorno fa il governatore Donato Toma aveva annunciato la nascita di una piattaforma con Poste italiane per i vaccini della fase due (fragili e soggetti tra i 55 e i 79 anni). La piattaforma di cui ha parlato è ancora in fase di creazione quindi non è da escludere che anche la fase due prenda avvio come la fase uno: con la chiamata diretta dell’Asrem agli aventi diritto. Va tenuto presente, però, che stavolta la platea sarà molto più ampia, differenziata e quindi più difficilmente tracciabile dai vaccinatori che sono, per la maggior parte, medici volontari. Pochi e senza il supporto delle annunciate squadre.

Seconda fase: in Molise si lavora a piattaforma con Poste Italiane per le prenotazioni dei vaccini

 

Ieri l’altro, 4 febbraio, sempre Toma ha dichiarato all’Ansa che le prime dosi del vaccino anti Covid destinate agli over 80 (che rientrano sempre nella fase uno) arriveranno in Molise nella settimana del 15 febbraio. Il quantitativo è pari a 3.510 dosi anche se la nostra regione conta oltre 26mila persone sopra gli 80 anni (26.257 a fine 2020). Solo quando saranno vaccinati tutti si potrà dire conclusa la fase uno della campagna vaccinale.

Come saranno raggiunti questi super anziani nei 136 comuni del Molise è ancora da chiarire. Forse di loro si occuperanno i medici di famiglia. Non a caso l’Asrem ha già iniziato a vaccinarli.

Facciolla

Che più di qualcosa non sta funzionando lo sostiene anche il consigliere regionale Vittorino Facciolla, il quale ha denunciato l’assenza di punti vaccinali in regione affermando che i ritardi di Asrem e Regione nel predisporre il piano vaccino per anziani e persone fragili “è nel caos e nel ritardo perpetuo. Ieri – ha ricordato il segretario dem – il presidente Toma ha annunciato che sta per scegliere il software che servirà a gestire le prenotazioni. Quanto tempo ci vorrà ancora per la scelta? Quando il software entrerà in funzione? Chi lo gestirà?”.

Domande che restano, almeno per ora, senza una risposta, mettendo ancora più in difficoltà il personale sanitario che non avendo informazioni non può far altro che replicare con un’alzata di spalle a chi chiede quando arriverà il proprio turno.

“Ci chiediamo – conclude il consigliere Facciolla – perché Toma non chieda aiuto, qualora fosse possibile, ai medici della Croce Rossa, ai sanitari dell’Esercito o alle associazioni come Emergency? O forse chiedere aiuto sarebbe un gesto di umiltà, significherebbe ammettere di non essere stati in grado fino ad oggi di gestire questa emergenza. Allora lo chiediamo noi: presidente metta da parte l’orgoglio e pensi a difendere il diritto alla salute di tutti noi molisani”.

Carolina De Vincenzo presidente ordine medici e odontoiatri

A contestare la gestione regionale del piano c’è anche l’Ordine dei medici di Campobasso che ha minacciato l’uscita dal tavolo dell’unità di crisi regionale perché i dentisti, e in generale tutti i medici liberi professionisti, non sono stati inseriti tra coloro che meritavano di essere vaccinati per primi nonostante “mettano a rischio la propria vita quando visitano i pazienti allo stesso modo dei colleghi che sono in ospedale” come ha fatto notare qualche giorno fa la presidente dell’Ordine provinciale Carolina De Vincenzo.

Medici senza vaccini: “Liberi professionisti discriminati, lasciamo il tavolo dell’unità di crisi”

 

Il tavolo tornerà a riunirsi nel pomeriggio di oggi, 6 febbraio. Dell’unità di crisi potrebbe far parte anche l’Ordine dei medici perché il governatore ha dato garanzie che delle 14mila dosi in arrivo tra lunedì e martedì una  parte sarà destinata a medici liberi professionisti e odontoiatri.

Un annuncio che, se seguito dai fatti, potrebbe far rientrare il disappunto dell’Ordine legato anche agli ultimi dati sull’immunizzazione di massa che vede un 15 per cento di somministrazioni andate al personale non sanitario come le guardie giurate Asrem, gli addetti mensa e pulizie negli ospedali, gli impiegati e i funzionari dell’azienda sanitaria considerati, in un piano di priorità, evidentemente più necessari di un dentista o di un pediatra.

Al 5 febbraio le dosi totali già somministrate in Molise sono state pari a 13.079 di cui 7433 come prime dosi e 5646 richiami. Quest’ultimo è il dato più importante perché ci dice quanti sono i soggetti realmente immuni al virus Sars CoV 2 piazzando a metà la regione nella classifica della percentuale di popolazione che ha già completato il ciclo vaccinale. Finora il Molise ha utilizzato solamente il siero della casa farmaceutica Pfizer-BioNTech, nonostante abbia ricevuto nei giorni scorsi le prime dosi del vaccino Moderna che restano, per ragioni non ufficialmente dichiarate, chiuse in un cassetto.

Nelle prossime settimane il quadro potrebbe mutare se non essere addirittura stravolto. Un po’ per ragioni politiche (il commissario all’emergenza Arcuri resterà al suo posto? Il ministero della Salute rimarrà in capo a Roberto Speranza?) ma soprattutto per i cambiamenti già apportati alla campagna vaccinale e comunicati alle singole Regioni mercoledì dopo l’ok dell’Agenzia italiana per il farmaco all’azienda AstraZeneca (con la raccomandazione di non somministrarlo agli over 55 con fattori di rischio esistenti).

Tra le novità più importanti, l’anticipazione della fase tre che riguarderà la vaccinazione per i soggetti di diverse categorie che hanno meno di 55 anni in cui rientra il personale scolastico e universitario, le forze armate, i dipendenti del sistema carcerario, gli stessi detenuti, ospiti di comunità e tutti quei lavoratori che svolgono servizi essenziali. Per tutti loro, si diceva, il vaccino sarà quello di AstraZeneca.

La fase 3 dovrebbe coincidere con la chiusura della fase 1 (personale sanitario e Rsa e anziani over 80) e iniziare già dalla prossima settimana quando Astrazeneca comincerà a distribuire le prime forniture.

Come sarà organizzata la somministrazione è un rebus, con le Regioni che stanno andando in ordine sparso sia sul fronte della conclusione della fase uno sia su quello della riorganizzazione del sistema di distribuzione con l’avvio anticipato della fase tre. In Molise, dove gli over 80 non sono stati ancora vaccinati e dove la fase due (persone fragili e soggetti tra i 55 e gli 80 anni) dovrebbe essere gestita da un software, di fase tre non se ne parla neppure di sfuggita. Tantomeno della fase quattro, quella in cui verrà vaccinato tutto il resto della popolazione.

Ma una buona notizia, per un Molise popolato da anziani, c’è e riguarda i criteri di distribuzione delle dosi che sono cambiati: le consegne non saranno più disposte sulla base del numero di abitanti, ma individuando il fabbisogno necessario di ogni regione per ogni fascia del piano vaccinale. Teoricamente dovremmo avere più dosi a disposizione per vaccinare gli over 80.

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