L'emergenza sanitaria

Pronti due covid hotel sulla costa e a Isernia. Chiesti altri posti letto a tre strutture private, spiragli per il Vietri

La Regione Molise prepara le misure per fronteggiare la moltiplicazione dei degenti che hanno bisogno di cure mediche: attivati i 10 posti letto di Malattie Infettive alla Cattolica e individuati due alberghi per la quarantena dei contagiati. Inoltre il presidente Toma ha chiesto la disponibilità di posti letto anche a Villa Maria, Villa Esther e alla Gea Medica, mentre torna in auge l'impiego del Vietri di Larino per i pauci sintomatici e la riabilitazione post covid. Intanto a Campobasso sono stati individuati 3 casi di variante inglese.

Non è ancora chiaro come sia arrivata in Molise, ma la variante inglese individuata nel Kent e destinata a diventare (sostengono dal Regno Unito) il ceppo dominante, rischia di essere una sorta di ‘mina vagante’ per gli ospedali pubblici molisani. Rischia il ‘Cardarelli’, da un anno la prima trincea contro il virus. Ma rischiano anche gli ospedali di Termoli e Isernia dal momento che la ‘fase 4’ dell’emergenza sanitaria prevede il coinvolgimento di tutti i presidi sanitari regionali.

Ecco perchè all’opera di contenimento del virus si sta affiancando la ricerca di posti letto aggiuntivi, essenziali e preziosi nel caso in cui il Cardarelli non riuscisse più a ospitare i pazienti covid. Dieci posti letti di Area Medica e quindi destinati ai degenti di Malattie Infettive sono stati attivati al Gemelli Cattolica. Sono stati ricavati nel blocco C già impiegato per effettuare i tamponi.

Posti covid agli sgoccioli al Cardarelli, si sblocca l’aiuto dei privati. Il Gemelli accoglierà 10 pazienti

Ingresso indipendente dal resto dell’ospedale e tre piani (il primo con gli ambulatori, gli altri due per i posti letto). Qualora dovessero servire, la struttura privata può attivare anche quattro posti di terapia intensiva per intubare i pazienti covid sempre all’interno del blocco C.

Cattolica Gemelli blocco C area covid

Non solo. Il presidente Donato Toma ha chiesto la disponibilità di ulteriori posti di Area Medica ad altre tre strutture private accreditate: Villa Maria a Campobasso, Villa Esther a Bojano e la Gea Medica di Isernia. “Potrebbero essere un’estensione di Malattie Infettive, ma ovviamente bisognerà vedere in base alla disponibilità del personale. Altrimenti potremmo trasferire i pazienti no covid per alleggerire l’ospedale Cardarelli”, il ragionamento del governatore che ieri pomeriggio – 10 febbraio – ha convocato una riunione urgente (con i vertici Asrem, la struttura commissariale e il capo della Protezione civile Manuel Brasiello) e sabato mattina, a mezzogiorno, presiederà l’Unità di crisi per vagliare ulteriori misure da prendere in base all’andamento dei contagi. Nel frattempo il Ministero della Salute assegnerà i ‘colori’ alle Regioni in base al monitoraggio sulla situazione epidemiologica che viene ufficializzata il venerdì.

“Ho già i dati, la variante inglese sta circolando in tutto il Molise – puntualizza il capo della Giunta – ma molto meno nel Molise centrale e in provincia di Isernia: sono stati individuati tre casi a Campobasso, uno a San Polo Matese, uno a Venafro ad esempio. Ma a Campobasso e Isernia non abbiamo avuto accessi elevati al pronto soccorso, che abbiamo registrato invece a Termoli dove la diffusione è elevata”.

Toma donato

Inoltre torna in auge l’impiego del Vietri di Larino: attualmente Casa della Salute con 30 ospiti e un’Usca, il nosocomio potrebbe tornare a svolgere un ruolo accogliendo pazienti pauci sintomatici e la riabilitazione post covid. Un’ipotesi delineata in Consiglio regionale e di cui vi abbiamo parlato ieri. Toma ha deciso di formalizzare la proposta a Giustini.”Il commissario ha dato l’ok per utilizzare l’ospedale di Larino per la cure a bassa intensità”, sottolinea. “Il nostro problema è sempre lo stesso: reperire il personale da impiegare al Vietri e le autorizzazioni sono in capo al commissario”.

Un’altra ‘arma’ che sarà messa in campo saranno i covid hotel.Ne abbiamo individuati due, uno in provincia di Campobasso e l’altro a Isernia, ed entro domani mattina saranno contrattualizzati“, esplicita il capo della Giunta regionale che non si sbilancia sulla struttura scelta in Basso Molise e che alla fine è stata preferita all’albergo campobassano.

Alcune indiscrezioni riferiscono di una struttura a Campomarino, c’è chi invece ipotizza che sia stato scelto un albergo termolese a poca distanza dal casello autostradale della A14. La vicinanza alle principali vie di collegamento e agli ospedali, oltre che la disponibilità di almeno 30 stanze, era uno dei requisiti della manifestazione d’interesse pubblicata poco prima di Natale dalla Regione e a cui hanno risposto una quindicina di strutture ricettive molisane.

Con l’evoluzione dell’emergenza sanitaria è stato scelto un hotel all’interno della zona rossa: consentirà di isolare i contagiati evitando di diffondere il virus nei nuclei familiari. “La situazione attuale ha stravolto la scelta del covid hotel”, spiega Toma. E comunque “con il covid hotel e l’attivazione del reparto covid al Gemelli abbiamo ampliato la disponibilità dei posti letto a disposizione dei malati”, aggiunge il presidente. “La variante inglese produce più positivi e più velocemente”.

“Ci stiamo preparando, al di là di quello che sostiene il Pd – la frecciatina finale rivolta alle opposizioni – ho emesso l’ordinanza sulla zona rossa prima che venisse accertata la presenza della variante inglese perché avevamo osservato un incremento anomalo dei casi nei giorni precedenti“.

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