Termoli, l'indagine

Scarichi di un autolavaggio abusivo gettati nel torrente, Guardia Costiera sequestra l’impianto

Il titolare dell'autolavaggio inoltre aveva stoccato in modo del tutto abusivo fanghi e sabbie, derivanti sempre dalle operazioni di lavaggio, che costituivano una potenziale fonte di inquinamento e contaminazione per i terreni circostanti

Un impianto di autolavaggio abusivo, privo di ogni autorizzazione, effettuava lo scarico dei reflui in un torrente. Ieri, 26 febbraio, si è posta la parola fine alla  condotta illecita che aveva un impatto fortemente inquinante.

Si è conclusa infatti una lunga e articolata attività di indagine operata a tutela dell’ambiente (condotta sul territorio del comune di Termoli) da parte del personale del Nucleo Operativo Protezione Ambientale della Capitaneria di Porto di Termoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che il titolare di un autolavaggio, privo di ogni autorizzazione, scaricava i reflui derivanti dalle operazioni di lavaggio degli automezzi direttamente nella condotta delle acque chiare e questi reflui confluivano, a loro volta, in un vicino torrente.

Inoltre lo stesso titolare dell’attività aveva stoccato in modo del tutto abusivo un certo quantitativo di fanghi e sabbie, derivanti sempre dalle operazioni di lavaggio, che costituivano una potenziale fonte di inquinamento e contaminazione per i terreni circostanti.

sequestro guardia costiera

Tutti gli impianti sono stati posti sotto sequestro. Gli Ufficiali della Guardia Costiera e gli Agenti della Polizia hanno operato in costante e continuo contatto con l’Autorità Giudiziaria. L’attività è risultata particolarmente complessa in quanto ha richiesto una lunga attività di intelligence finalizzata all’individuazione dei responsabili delle condotte illecite.

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