Il monitoraggio

Rt e casi in aumento, il Molise passa in arancione. Ma Termoli e dintorni resteranno zona rossa

Il Molise stavolta non ce la fa a restare in giallo. Il suo Rt supera il valore critico di 1 (anche nel suo limite inferiore). Il peggioramento comunque è globale, sebbene la nostra regione sia tra quelle che soffre di più per la diffusione massiccia della variante inglese. L’Iss sottolinea che per la terza settimana emergono segnali di tendenza ad un “graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica” e si osserva un “peggioramento nel livello generale del rischio”

Tanto tuonò che piovve. Il Molise, in base ai dati del monitoraggio settimanale diffusi oggi da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, sta per dire addio alla zona gialla per passare a quella arancione, che classifica uno scenario di rischio intermedio. La notizia, nell’aria da tempo, è ora ufficiale. Così, da giallo-rossa che era (come noto attualmente 28 comuni del Basso Molise sono in zona rossa per via di un’ordinanza regionale che probabilmente verrà prorogata dopo la sua scadenza fissata al 21 febbraio) diverrà arancio-rossa a partire, presumibilmente, da domenica 21 febbraio.

Conseguenze di tutto ciò sarà – non appena sarà firmata l’ordinanza del Ministro della Salute Speranza – la chiusura di bar e ristoranti, che potranno lavorare con l’asporto e la sola consegna a domicilio. I negozi restano aperti ma nei giorni festivi e prefestivi saranno chiusi quelli all’interno dei centri commerciali e dei mercati (ad eccezione di farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole).

 

Decisivo stavolta, per il cambio cromatico, il valore medio di Rt, l’indice di trasmissibilità, che è passato dall’1.09 della settimana scorsa all’1.4 di questa (in realtà i dati dell’Rt si riferiscono al periodo 27 gennaio-9 febbraio) tornando così ad essere il più alto d’Italia. Precisamente gli intervalli sono 1.03 (inferiore, sopra il valore critico di 1 anche questo) e 1.83. Nel precedente monitoraggio il range era 0.9-1.41.

Dopo due settimane di aumento, il valore ha sforato quella che si considera la soglia di criticità e il passaggio in zona arancione per la nostra regione stavolta non è più in discussione. Lo stesso accadrà a Campania ed Emilia-Romagna. Peggio ancora va ad alcune province dell’Umbria e a quella di Bolzano, che diventeranno rosse (ma che praticamente in parte o in toto già lo erano, ndr).

Ma ci sono altri dati che fotografano il peggioramento dell’epidemia in Molise che, come la volta precedente, è tra i territori a rischio ‘moderato’ ma sempre ‘con alta probabilità di progredire verso un rischio alto’. Nella settimana che va dall’8 al 14 febbraio (quella cui si riferiscono i dati delle tabelle sotto riportate) l’incidenza dei nuovi casi (e anche quella dei focolai) è in aumento. Circa 563 nuovi casi segnalati nei 7 giorni di riferimento, con l’incidenza per 100mila abitanti che supera quota 187. La media italiana – tanto per dire – è a 135,46.

rt regioni 17 febbraio
rt regioni 17 febbraio

In generale l’Italia peggiora i suoi dati, e i prodromi erano evidenti – e sottolineati – anche una settimana fa. E non manca chi considera ormai obsoleta la suddivisione in fasce ritenendo a questo punto più opportuno un lockdown breve ma esteso a tutta la Penisola. Lo ha detto, da ultimo, il Governatore dell’Emilia-Romagna nonchè Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

Tornando ai dati nazionali, l’incidenza nella settimana di monitoraggio cresce rispetto alla settimana precedente passando a 135,46 casi per 100.000 abitanti dai 133,13 della settimana precedente, ed il Paese è dunque molto lontano dai livelli (50 per 100.000) che “permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Ancora, l’Rt medio nazionale calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0.99 (range 0.95–1.07), in crescita rispetto alla settimana precedente (quando era 0.95, prima ancora era 0.84) e con un limite superiore che supera l’1. Precisamente sono 10 i territori che hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui 9 anche nel limite inferiore. Sono queste le regioni con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Il Molise è giustappunto tra queste.

Quanto ai singoli territori, si è osservato un peggioramento nel livello generale del rischio. In particolare una sola regione (l’Umbria) ha un livello di rischio alto. Poi ci sono 12 regioni/province autonome (erano 10 la settimana precedente) con una classificazione di rischio moderato. Di queste 6, tra cui appunto il Molise, sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Solo 8 invece hanno un rischio classificato come basso. Questa classificazione, lo ricordiamo, è la risultante di ben 21 fattori diversi.

Sulla base dei numeri la conclusione dell’Iss è ancora una volta questa: “È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

 

Per concludere, questo peggioramento complessivo una sua ragione ce l’ha. Ed è la diffusione della variante inglese. Variante che ormai rappresenta oltre un terzo dei nuovi contagi in molte regioni italiane, che è destinata a divenire dominante. Ma in realtà come l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e il Molise ha sforato il 50%. Se n’è accorto, in particolare, il Basso Molise.

L’indice medio Rt regione per regione:

Abruzzo: 1,17
Basilicata: 1,03
Calabria: 0,76
Campania: 1,16
Emilia Romagna: 1,06
Friuli Venezia Giulia: 0,80
Lazio: 0,95
Liguria: 1,08
Lombardia: 0,95
Marche: 0,91
Molise: 1,4
Piemonte: 0,96
Bolzano: 1,16
Trento: 1,23
Puglia: 1
Sardegna: 0,77
Sicilia: 0,73
Toscana: 1,2
Umbria: 1,17

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