Il commento

Notebook della settimana – di Giuseppe Tabasso

Se il grillismo parla molisano – Quando Roberto Gravina disse che non si capacitava di come si potesse votare la fiducia al Governo guidato da Draghi (“apostolo delle élite” secondo Di Battista), si capì subito che, se perfino il sindaco di Campobasso condannava l’anima governista del MoVimento, c’era in vista una scossa tellurica.

Infatti dalle due votazioni di fiducia al Governo sono emersi 51 ribelli, tra contrari, astenuti e assenti non giustificati (30 alla Camera, 21 al Senato). E ieri Primonumero riportava che si è sfaldato anche il Movimento 5 Stelle molisano. Dei quattro eletti tre anni fa, ora rimane solo Antonio Federico. Di Marzio è passato da tempo al Gruppo misto e Fabrizio Ortis potrebbe seguire le orme di Alessandro Di Battista insieme alla Testamento che dice di aver votato No “per un atto di coerenza politica”.

Un “to be or not to be” molto amletico ma poco politico: “Salvo la mia coscienza oppure Partito e Governo?”

Tra i ribelli 5S c’è chi è attratto da Fratelli d’Italia e chi, come il senatore Mattia Crucioli, guarda a Italexit, il format anti-Ue di Gianluigi Paragone. Ora però si parla insistentemente di un Controvimento capeggiato da Dibba al quale Antonio Di Pietro avrebbe detto “Prenditi il simbolo dell’Italia dei Valori”.

E’ noto infatti un vecchio feeling tra Grillo e Di Pietro, che una volta ebbe a dire: “Oggi voterei per i Cinque Stelle, purché non ripetano il mio errore fatale: la scelta di una pessima classe dirigente” (tipo Antonio Razzi, Domenico Scilipoti…….).       

Insomma sta a vedere che su questa regione “che non esiste” si prepara un ritorno di fiamma politica di marca molto molisana. In proposito varrebbe solo ricordare che il “Manifesto dell’Italia dei Valori” fu interamente scritto da un grande giornalista come Federico Orlando da San Martino in Pensilis.

 

Radici –  Dopo anni di attesa è uscito l’ultimo libro di Don Delillo dal titolo Il silenzio (Einaudi, €13,30). Antonio Monda ha intervistato l’autore per “Robinson” e gli ha chiesto tra l’altro: “C’è chi dice che una volta che si è stati cattolici lo si è sempre”. Risposta: “Ogni volta che mi chiedo da dove nasca tutto ciò è inevitabile pensare alla mia formazione cattolica: sono un italo-americano del Bronx, figlio di abruzzesi».

Delillo è uno dei più grandi scrittori viventi, il suo nome si riaffaccia a ogni Premio Nobel, ha quasi 85 anni, una volta affermò di ricordare benissimo le parolacce che si scambiavano i suoi genitori nel dialetto di Montagano. Evidentemente nei suoi ricordi c’è ancora l’Abruzzo-Molise d’altri tempi.

 

Drug test –  Al consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, recordman nazionale di turismo partitico, va riconosciuta la perseveranza con cui durante tutti i suoi trasferimenti politici auspica, con vana cocciutaggine, la necessità di effettuare “test antidroga casuali e periodici per i Consiglieri e Assessori della Regione Molise”.

I quali, col Covid che gira, per ora preferiscono vaccinarsi. Ma certo un bel drug test potrebbe anche servire a capire perché, come dice perfino Iorio, la Regione è in stato “comatoso”.

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