Professionisti e vaccini

Medici liberi-professionisti e odontoiatri sotto i 55 anni: “Noi discriminati dal piano vaccinale molisano”

I medici liberi professionisti e gli odontoiatri del Molise sono ancora una volta sul ‘piede di guerra’ per quanto riguarda le vaccinazioni. Avevano dovuto ‘battere i pugni sul tavolo’ per ottenere l’inserimento della loro categoria tra quelle prioritarie cui somministrare il siero anti-covid.

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Trattati e protetti allo stesso modo degli altri professionisti della stessa categoria: è quanto rivendicano con forza i medici libero-professionisti e gli odontoiatri under55 operanti in Molise. “Sono allarmanti le ultime decisioni assunte dalla Regione che lo scorso 15 febbraio ha bloccato le vaccinazioni per i professionisti di età inferiore ai 55 anni, senza comunicare neppure quando verranno richiamati. Inaccettabile la disparità di trattamento, inaccettabili le modalità.

I Medici e Odontoiatri non ci stanno alle condizioni imposte e invitano istituzioni e autorità competenti ad attivarsi per offrire a tutta la categoria la dovuta copertura vaccinale, senza procedere con improvvide distinzioni per età e qualità di farmaco.

I fatti. Mentre nel resto d’Italia il programma vaccinazioni ha già coperto quasi tutte le figure sanitarie, la Regione Molise ha all’improvviso ha fermato tutto. E non solo. Molto concreto il pericolo che ai medici che non hanno ancora raggiunto i 55 anni di età possa non essere somministrato un vaccino a RNA, come Pfizer e Moderna, tra l’altro già utilizzati per vaccinare i medici over 55.

Una scelta, questa, che preoccupa i Medici e gli Odontoiatri del Molise, perché non trova corrispondenza nelle indicazioni date dal Comitato Tecnico Scientifico e dal Ministero della Salute, ossia vaccinare le categorie più a rischio a contrarre il COVID-19 con i vaccini a RNA data la loro maggiore percentuale di efficacia (94%) e la più veloce e duratura immunizzazione. Va da sé che nelle categorie più a rischio ci sono proprio i medici e gli odontoiatri. E allora perché in Molise non si dovrebbe seguire questa strada per tentarne diverse che non sarebbero allo stesso modo sicure? La prospettiva inquieta: si potrebbe avere una stessa categoria di figure professionali ad alto rischio di infezione COVID-19 con coperture molto differenti.

Se dovesse essere usato un vaccino diverso, come per esempio AstraZeneca, la copertura potrebbe essere molto diversa proprio in questa categoria che presenta non solo un alto rischio di contrazione ma a sua volta anche di diffusione.

Con l’aggiunta non irrilevante che il piano vaccini regionale non prende neppure in considerazione la copertura di figure professionali che collaborano con medici e odontoiatri come tecnici, infermieri o assistenti alla poltrona. A tutto questo si chiede di porre rimedio con lo stesso trattamento adeguato ai rischi della professione e già assicurato a una larga parte della categoria”.

 

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