Il report settimanale

Lo tsunami del virus ‘mutato’, alti contagi e ricoveri. La prima zona-rossa inizia a dare frutti, Termoli in sofferenza

82 contagi al giorno di media, ma anche 6 ospedalizzazioni (riferite al solo Cardarelli, ma ormai i numeri strabordano) e quasi 3 vittime al dì. Leggiamo i dati della seconda settimana di febbraio, dove le piazze e le strade vuote sono divenute ormai realtà in molti comuni. E chi è in zona rossa da ormai 15 giorni (Campomarino) inizia a veder scemare un po' i numeri del 'potente' virus che ormai in molti casi assume la forma della variante inglese, maggiormente trasmissibile

Non si è arrestata l’onda travolgente, sospinta da una mutazione più contagiosa del virus – che assume i contorni della variante inglese, ora si sa per certo –, che la scorsa settimana ha portato all’istituzione della zona rossa in larga parte del Molise. Così la nostra piccola regione è diventata, nella mappa cromatica dell’Italia in cui i colori denotano l’intensità del rischio, giallo-rossa, con 28 comuni del Basso Molise costretti a maggiori restrizioni.

Restrizioni che, va detto e come sempre lo faremo coi numeri alla mano e non per mera partecipazione emotiva, i loro risultati li portano. Campomarino, comune divenuto zona rossa una settimana prima degli altri (dal 1 febbraio, gli altri 27 centri dall’8), sta vedendo scemare i numeri del contagio, sebbene ancora alti. Ma, si sa, i comportamenti ‘in pandemia’ manifestano i loro effetti circa due settimane dopo.

Vediamo i numeri dei principali indicatori dell’epidemia riferiti alla seconda settimana di febbraio, da lunedì 8 a domenica 14. Ricordando, appunto, che è stata questa la prima settimana di zona rossa per Termoli e altri 26 centri più piccoli dello stesso distretto sanitario, divenuto suo malgrado l’epicentro di uno tsunami che finora sta risparmiando gli altri territori della regione.

Le nuove diagnosi di positività al Sars-CoV-2 sono state 574, ovvero 82 al giorno. La scorsa settimana erano 544 e quelle prima ancora 475 e 352. Numeri dunque in crescita, in senso assoluto, mentre per quanto riguarda l’incidenza relativa va calcolato il tasso di positività con il numero di tamponi effettuato. Ebbene, nell’ultima settimana i test molecolari sono stati in numero lievemente maggiore rispetto a quella precedente (5.551 vs 5.015). Il risultato è che il tasso di positività è sceso al 10.4% contro il precedente 10.8%. Ma era sotto il 10 nelle ultime due settimane di gennaio. Altra fotografia emblematica: se domenica scorsa gli attualmente positivi erano poco più che 1.400, ora (dato di ieri sera) sono 1.580.

La città più colpita dalla recrudescenza del contagio è, indubbiamente, Termoli. 127 i nuovi positivi in 7 giorni (erano 104 in quella precedente, 94 in quella prima ancora). Da notare come Campomarino – che la scorsa settimana aveva gli stessi numeri di Termoli (dunque 104 casi) nonostante la differenza di popolazione (8mila contro 33mila abitanti circa) – sia scesa a 70 nuovi casi e pertanto ha ridotto di un terzo le nuove diagnosi. Non può considerarsi una circostanza fortuita, bensì un primo risultato della ‘zona rossa’ in vigore, come detto prima, ormai da due settimane. Termoli, in lockdown da una settimana, invece non ha affatto invertito la rotta, anzi. Da sottolineare anche il maggior numero, rapportato alle settimane precedenti, di contagi a Campobasso (65 casi, 50 la settimana precedente, ancor meno prima).

Positivi molise comuni 14 febbraio

Il dato che più preoccupa, anche questa settimana, è quello dei ricoveri. Erano stati ben 40 dal 1 al 7 febbraio, sono stati addirittura di più (42) negli ultimi sette giorni. Il Cardarelli ormai ‘scoppia’, con 83 pazienti Covid ricoverati (di cui 10 in Rianimazione). Ma sono numeri parziali, perché da qualche giorno ci sono 10 pazienti trasferiti dal nosocomio del capoluogo alla struttura privata Gemelli Molise (sempre del capoluogo) e perché i due ospedali periferici di Isernia e Termoli vivono a loro volta una situazione molto critica con pazienti con l’infezione allettati in attesa di un trasferimento che, stando così le cose a Campobasso, forse non arriverà mai. Non è catastrofismo, è la realtà ed è successo in particolare negli ultimi giorni, dove si è probabilmente toccato il punto più basso dell’emergenza. Sono stati contattati anche gli ospedali di fuori regione ma è stato anche quello un inane e disperato tentativo. Pieni gli ospedali anche nel vicino Abruzzo, solo due pazienti hanno trovato un posto letto in Puglia. Sono al vaglio in queste ore soluzioni, che però arrivano – se arriveranno – incomprensibilmente troppo tardi.

Anche negli ultimi sette giorni sono state tante, rapportate ai piccoli numeri della nostra regione, le vittime. 19 (nella tarda serata di ieri si è aggiunto un 72enne di Petacciato, spirato in Rianimazione, e un 89enne di Termoli ricoverato in Infettive). È una cifra più bassa rispetto a quella, tragica, della scorsa settimana quando a morire con il Covid erano stati in 26. Questo il ‘profilo’ delle 19 vittime: età tra i 57 e gli 89 anni (media 76.2 e mediana 74), in particolare uomini (15 sul totale), e prevalentemente ricoverati in ospedale (non solo il Cardarelli, 2 persone anziane sono morte al San Timoteo) sebbene ci siano state anche morti a casa. Sono ormai 322 le vittime in Molise dall’inizio della pandemia.

Passando alle buone, residuali, notizie, c’è da rilevare che sono state 385 le persone giudicate ufficialmente guarite negli ultimi sette giorni (55 al giorno di media, più della settimana precedente). Rispetto alla prima settimana di febbraio, sono state di più anche le dimissioni dalla struttura ospedaliera (29 in totale contro le sole 7 del precedente arco settimanale). E poi ci sono i vaccini, le cui somministrazioni in Molise hanno superato le 15.100 unità (quasi 3 milioni in tutt’Italia). Ma è chiaro che è ancora troppo poco. Dopo il via al sistema di prenotazione, si spera che possano finalmente partire le vaccinazioni per gli ultra 80enni.

Sono diversi gli esperti che con forza ormai caldeggiano un nuovo lockdown nazionale, considerando fallito il sistema di colori e in particolare ritenendo controproducente la zona gialla, vissuta da molti italiani (e molisani) come un liberi tutti che produce come effetto l’aumento dei contagi, specie ora che le nuove varianti (si stima che il 20% circa dei casi sia riconducibile ad esse e che nel giro di 6 settimane sostituiranno il virus ‘originario’) si stanno vieppiù diffondendo sul territorio. E il Molise è al momento una delle regioni nell’occhio del ciclone.

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