I dati nazionali

L’indice Rt scende a sorpresa, Molise resta giallo malgrado il boom di casi. Rebus sui ristoranti aperti anche a cena

I dati riferiti al periodo tra 25 e 31 gennaio vedono in discesa l’indice di trasmissibilità, che in Molise per due settimane di fila è rimasto il più alto d’Italia. Intanto è una specie di giallo quello sulla possibilità, inizialmente prevista dal Cts, di cenare fuori fino alle ore 22 nelle regioni gialle.

Nessuno ci avrebbe scommesso, visto l’aumento dei contagi che il Molise (specialmente la provincia di Campobasso) sta sperimentando ormai da diversi giorni. E invece l’Rt molisano, sulla base dell’ultimo monitoraggio di Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità – diffuso oggi come ogni venerdì – si è abbassato e non supera più il valore critico di 1. Conseguenza pratica: è pressochè scontata la permanenza in zona gialla.

Per due settimane di fila l’indice di trasmissibilità del Molise è rimasto il più alto d’Italia. Si è attestato a 1.51 la scorsa settimana, ma ora le cose sono cambiate: è sceso infatti a 0.9. In Molise la stima di 0.9 viene fuori dagli intervalli 0.65 (inferiore) e 1.19 (superiore). Il valore inferiore, quello che più di tutti viene preso in considerazione, è abbondantemente sotto l’1.

Sono solo due le aree geografiche italiane con un valore puntuale di Rt maggiore di 1: Umbria e Provincia Autonoma di Bolzano.

Chi l’avrebbe mai detto? Il documento (sulla cui base verranno emanate le ordinanze dell’ancora ministro Speranza che cambieranno i colori delle regioni) dice però anche altro. In particolare è evidente come il Molise sia tra quei territori che stanno vivendo un aumento del trend dei contagi. La brutta notizia è che il Molise passa tra i territori a rischio moderato (era sceso a basso la scorsa settimana) e sempre con quella specifica tutt’altro che benaugurante: ‘a rischio alto di progredire verso un rischio alto’. 

L’Rt a livello nazionale rimane identico a quello della scorsa settimana (0.84). Però, si legge nel documento, l’epidemia peggiora. In particolare aumentano da 1 a 3 le regioni classificate a rischio alto e contestualmente si riducono da 10 a 7 le regioni a rischio basso.

Il Molise, come detto, resta nel mezzo ovvero nel rischio moderato. “L’Italia, al momento, si trova in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”.

Insomma, anche se l’Rt generale non cambia, si osserva comunque un leggero peggioramento dei dati. Per decidere quale regione va in zona arancione (o rossa) non si usa l’Rt medio ma l’intervallo inferiore dei due sui quali si calcola quel dato. Se è superiore a 1 scatta l’arancione. Ecco la situazione nelle regioni.

Abruzzo 0,99 (0,93-1,05), Basilicata 0,63 (0,48-0,8), Calabria 0,81 (0,74-0,89), Campania 0,78 (0,71-0,85), Emilia – Romagna 0,83 (0,81-0,85), Friuli 0,83 (1,03-0,99), Lazio 0,8 (0,77-0,82), Liguria 0,95 (0,89-1), Lombardia 0,94 (0,89-0,98), Marche 0,95 (0,86-1,05), Molise 0,9 (0,65-1,19), Piemonte 0,78 (0,74-0,81), Provincia Bolzano 1,06 (1-1,13), Provincia Trento 0,61 (0,55-0,67), Puglia 0,91 (0,88-0,93), Sardegna 0,75 (0,69-0,81), Sicilia 0,73 (0,7-0,75), Toscana 0,98 (0,93-1,03), Umbria 1,18 (1,11-1,25), Val d’Aosta 0,85 (0,67-1,03), Veneto 0,63 (0,61-0,65).

Il Molise pare dunque destinato (almeno per questa settimana) a restare giallo. Giallo che però potrebbe vedere stavolta delle differenze perché il Comitato tecnico scientifico sembra in parte propenso a un via libera all’apertura dei ristoranti anche la sera nelle zone gialle, possibilità finora vietata. Il Cts, un po’ a sorpresa, aveva infatti aperto alla possibilità per la ristorazione di lavorare anche la sera con servizio in sala e non solo da asporto. A determinate condizioni e con una serie di restrizioni, chiaro.

La richiesta era approdata sulla scrivania del ministero dello sviluppo economico dopo vari incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti. Ma nel pomeriggio di oggi è arrivata la frenata (peraltro invocata da più parti) sui ristoranti aperti fino alle ore 22 in zona gialla. “Una rimodulazione dei pacchetti di misure potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio” la risposta del Comitato tecnico scientifico alla richiesta arrivata dal ministero dello Sviluppo economico sulla ‘riapertura di pubblici esercizi’. Adesso la decisione dovrà essere presa dal governo, con le incognite però legate all’attuale scenario politico italiano.

Il nuovo Dpcm scade il 5 marzo, ma già il 15 febbraio cade il divieto di spostamento tra le regioni e si riaprono gli impianti da sci. Quindi bisognerà stabilire se tutte le prossime decisioni rientrano negli affari correnti.

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