Operazione ikaros

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, 24 arresti: ai domiciliari un avvocato molisano

La Procura di Reggio Calabria ha coordinato le indagini della squadra mobile che ha smantellato due sodalizi dediti a falsificare documenti per stabilire gli immigrati in Italia. Tra gli indagati anche poliziotti, pubblici ufficiali e funzionari

Indagati per associazione internazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di richiedenti asilo politico. Un elenco di indiziati lungo 90 nomi. Tra gli arrestati (confinato ai domiciliari) è finito anche un avvocato di Termoli, 53 anni, iscritto al foro di Crotone.

Gli  arresti e le perquisizioni sono scattati all’alba in diverse regioni d’Italia. L’operazione è stata denominata Ikaros. Sono due i sodalizi criminali smantellati perchè dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli uomini della squadra mobile di Crotone, con il supporto dei colleghi di Bolzano, Catanzaro, Forlì, Lecce, Roma, Terni, Vibo Valentia e del reparto Prevenzione crimine di Siderno e Vibo Valentia, del compartimento di polizia postale e delle comunicazioni e del gabinetto regionale di polizia Scientifica di Reggio Calabria, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone hanno arrestato fra gli altri anche cinque avvocati e due poliziotti.

Sono in tutto 24 le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare (15 in carcere e 9 ai domiciliari), le accuse sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, traffico di influenze illecite, corruzione.

Gli indagati sono complessivamente 90, tra questi anche pubblici ufficiali e un dipendente della Prefettura di Crotone in servizio presso la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.

Gli inquirenti avrebbero accertato che i due sodalizi, con ramificazioni in Italia e all’estero, si premuravano di predisporre documentazione con la quale si attestavano residenze fittizie e false assunzioni nei confronti di stranieri richiedenti asilo, per lo più curdo-iracheni, che avevano interesse ad ottenere protezione internazionale per avere un permesso di soggiorno che garantisse loro piena libertà di movimento in Italia e Europa.

Per questo erano disposti anche a pagare. I promotori delle due associazioni erano stranieri residenti nel Crotonese, in contatto con connazionali stanziati per lo più in Iraq, che facevano da intermediari con gli avvocati compiacenti cui spettava il compito di predisporre la falsa documentazione in merito alla presenza in Italia dei richiedenti asilo. Quindi il richiedente asilo giungeva dall’Iraq in aereo con regolare visto turistico e una volta ottenuto il permesso di soggiorno tornava in quel paese dal quale asseriva di voler essere protetto. I complici italiani si sarebbero prestati a fronte di somme di denaro e regalie.

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