Dopo la tragedia

Esplodenti Sabino, 80 posti di lavoro a rischio. Le richieste dei sindacati

Lo scorso 1 febbraio, le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, unitamente alla Rsu aziendali, si sono nuovamente incontrate con la Direzione Aziendale della Esplodenti Sabino di Casalbordino e l’associazione datoriale Confindustria. La fabbrica di esplosivi dà lavoro a 80 persone, fra le quali alcune molisane, che oggi rischiano il posto dopo l’esplosione che il 22 dicembre scorso ha provocato la morte di tre dipendenti e la conseguente sospensione della licenza per lo stabilimento, collegata all’indagine in corso.

“In tale ultimo incontro l’azienda ha confermato di essersi messa a totale disposizione degli inquirenti affinché, nel più breve tempo possibile, si giunga alla chiusura delle indagini. Come Organizzazioni Sindacali – scrivono Emilio Di Cola, Massimiliano Recinella e Arnaldo Schioppa – abbiamo sollecitato la Esplodenti Sabino a farsi carico delle retribuzioni dei dipendenti che sono attualmente in C.I.G.O..

I referenti aziendali, nel sottolineare l’attuale difficoltà finanziaria conseguente al totale blocco produttivo dell’azienda, hanno garantito il pagamento della sola mensilità di gennaio. Con l’occasione hanno anche dichiarato di non poter escludere una possibile chiusura del sito produttivo. La organizzazioni sindacali e le R.S.U. aziendali, preoccupate dei possibili sviluppi negativi che il prolungamento della inattività aziendale potrà determinare, auspicano che la Procura della Repubblica di Vasto faccia tutto il possibile affinché si portino a compimento le indagini in tempi celeri – ovviamente compatibili con le necessità istruttorie – che possano permettere la ripresa, anche parziale, dell’attività lavorativa.

Tanto al fine di garantire i livelli occupazionali oggi esistenti presso la Esplodenti Sabino e scongiurare la ventilata chiusura aziendale”.

 

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