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Dichiarazioni anticipate di trattamento: una norma di civiltà

Negli ultimi anni hanno preso sempre più piede i dibattiti sul consenso informato alle cure e sull’autodeterminazione della persona. Il tema delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), che rappresenta completamente questi assunti etici, non va confuso con altri grandi temi come l’eutanasia.

Il concetto alla base della Dat – conosciuta anche come biotestamento – si fonda sul diritto dei cittadini ad essere informati sui trattamenti sanitari che potrebbero ricevere, anche in un’ipotesi remota, nel corso della loro vita. E, raggiunta la piena consapevolezza, hanno anche il diritto di decidere a quali cure essere sottoposti, nel caso in cui perdessero coscienza in maniera definitiva ed irreversibile.

Questi principi sono raccolti nella proposta di legge che ho depositato mesi fa e che è ferma in Quarta Commissione. Durante l’ultimo Consiglio regionale ho riacceso i riflettori sulla proposta: una legge regionale in materia di Dat rappresenterebbe un bel messaggio di sensibilità dell’assise regionale, rafforzando ed attuando la legge nazionale numero 219 del 2017. Legge che lascia alle Regioni la possibilità di organizzare una banca dati informatizzata e collegata ad un registro nazionale.

Con una mozione, votata all’unanimità, ho ottenuto l’impegno della Giunta regionale ad informare il Consiglio su quanto fatto proprio in recepimento della legge nazionale. La direzione generale della Salute mi ha poi comunicato di essere al lavoro sulla predisposizione di una proposta tecnica per recepire le disposizioni previste nel testo normativo.

In attesa di ulteriori sviluppi, voglio ricordare i pochi, semplici passaggi per permettere la Dat anche in Molise.

Innanzitutto, è importante sottolineare che l’impegno non comporterebbe alcun aggravio di spesa per le casse regionali né alcun costo per i cittadini che vorranno lasciare un biotestamento. In prima battuta, sarà necessario definire percorsi organizzativi, informativi e formativi per tutti gli operatori del settore e per i medici di medicina generale. Poi ci sarà bisogno di organizzare campagne informative per i cittadini e armonizzare le procedure operative di registrazione, conservazione e fruizione delle Dat. Una volta terminata questa prima fase, si dovrà fare in modo che le dichiarazioni vengano registrate presso il fascicolo sanitario elettronico della Regione. Ente che, con cadenza annuale, dovrà poi fornire una relazione sull’applicazione della legge al Ministero della Salute.

Ciascun cittadino, infine, dovrà poter redarre la propria Dat liberamente, in forma scritta, attraverso videoregistrazioni o, nel caso di persone con disabilità, attraverso i dispositivi che consentano loro di comunicare.

Il documento dovrà contenere le volontà del dichiarante riguardo all’essere o meno sottoposto a determinate cure o trattamenti sanitari, inclusi l’idratazione, la nutrizione e la ventilazione artificiale; riguardo alla donazione degli organi o dei tessuti, in caso di decesso; riguardo alle modalità di inumazione, cremazione o dispersione delle ceneri. A regime, sarà inoltre possibile designare uno o più fiduciari che facciano le veci del dichiarante e lo rappresentino nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie.

La legge regionale sulle dichiarazioni anticipate di trattamento è uno dei modi che, come Consiglio regionale, abbiamo per puntare concretamente al pieno rispetto dei diritti, per rimarcare l’importanza del consenso informato, della volontà e dei convincimenti morali di ciascun cittadino. Per essere una regione attenta alle sensibilità, rispettosa dei diritti, democratica.

Su questi temi non può esistere alcun “colore politico” e spero davvero che non vi sarà accelerando, sin da subito e senza indugio, l’iter di approvazione.

Patrizia Manzo, consigliere regionale M5S

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