Il caso

Bonus covid, Inps chiede le somme indietro a 2mila politici. Gravina: “Ho già rimborsato di mia iniziativa la Cassa Forense”

L’Istituto di Previdenza ha dato il via alle richieste di restituzione dei 600 euro da parte di sindaci e amministratori locali che “non ne avevano diritto”. Tra questi non rientra il primo cittadino di Campobasso: “Va precisato che si parla di Inps, da cui io non ho percepito alcun bonus. Qualora dovesse accadere, io devo far riferimento alla Cassa forense. Tra l’altro, posso dire che gli altri accrediti che mi furono fatti ho provveduto a rimborsarli, li ho restituiti alla cassa di mia iniziativa”.

Tanti, se non tutti, ricorderanno il polverone che si sollevò quasi un anno fa per i molti amministratori locali, sindaci e consiglieri regionali, che chiesero e ottennero il bonus autonomi da 600 euro. Ora l’Inps sta chiedendo indietro quelle somme ai titolari di partita Iva. In questa schiera, è bene precisarlo subito, non rientrano però il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, e l’assessore regionale al lavoro, Michele Marone, che all’epoca dei fatti furono tra quelli che percepirono aiuti. Ma entrambi dalla Cassa forense e non dall’Inps, visto che entrambi sono avvocati.

Non dovranno restituire nulla – è bene precisarlo – i consiglieri comunali, in quanto “i gettoni di presenza non sono assimilabili alle indennità di funzione e ai compensi di natura fissa e continuativa corrisposti agli amministratori locali”. L’Istituto di previdenza sta chiedendo dunque indietro i 600 euro percepiti “indebitamente – secondo il parere dell’ufficio legislativo del Ministero del lavoro – in quanto il bonus è incompatibile con i trattamenti dovuti a chi ha un mandato politico”.

Sull’argomento abbiamo sentito il primo cittadino del capoluogo di regione: “Va precisato che quella è Inps, io non ho percepito alcun bonus dall’Inps. Qualora dovesse accadere, io devo far riferimento esclusivamente alla Cassa forense. Tra l’altro, posso dire che gli altri accrediti che mi furono fatti ho provveduto a rimborsarli, li ho restituiti alla cassa di mia iniziativa”.

Amministratori che hanno preso il bonus: “Al Comune con la politica non si campa”. Gravina: “Li ho dati in beneficenza”

All’epoca dei fatti – va fatta anche quest’altra precisazione – Gravina dichiarò di aver destinato “il bonus che ho ricevuto dalla Cassa previdenziale forense (non dall’Inps, ndr) in parte al fondo Covid del nostro Comune ed in parte a tre famiglie, di cui due di Campobasso e una di Morrone (quest’ultima particolarmente in difficoltà per via di problemi particolari)”.

I chiarimenti sul ‘caso’ erano stati richiesti dall’Inps al Ministero, a seguito delle polemiche che erano scaturite un po’ in tutta Italia per i bonus elargiti a deputati, sindaci, assessori e consiglieri. Le procedure per la riscossione delle indennità non dovute sono partite in questi giorni. Si parla di circa duemila amministratori locali coinvolti nella vicenda, leggendo quotidiani nazionale che ne parlano come Il Mattina, Il Messaggero, Italia Oggi. Ma sicuramente non il sindaco di Campobasso.

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