Piazza pulita

Associazione a delinquere e droga, maxi processo per 27 dei 45 imputati

In tanti hanno chiesto il rito ordinario e per loro le udienze inizieranno il 27 giugno, mentre in 18 hanno presentato istanza di rito abbreviato, per questi ultimi si comincia il 27 marzo

L’ingresso è scaglionato. Con l’elenco dei nomi alla mano, le guardie giurate fanno entrare uno alla volta gli avvocati dei 45 imputati per l’udienza preliminare della maxi operazione “Piazza Pulita”. Il covid ha stravolto anche l’ordinario trasformando – ormai – ogni azione in fatto straordinario. Finanche il giorno scelto per la convocazione dell’udienza: il sabato.

tribunale CB covid PIAZZA PULITA

Tre ambienti trasformati in uno spazio “comune”, con la disposizione di sedie, tavoli e monitor distanziati un metro e mezzo l’uno dall’altro, non sono consentite sbavature, tutto deve filare liscio. D’altronde è uno degli step giudiziari più importanti almeno degli ultimi 10 anni.

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Quarantacinque persone imputate nell’ambito dell’indagine condotta da carabinieri e guardia di finanza e denominata “Piazza pulita”. L’accusa: associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, porto abusivo di armi e molto altro.

Il gup Veronica d’Agnone ha convocato tutti alle 9.30. Dopo i controlli anticovid previsti dal protocollo di sicurezza applicato a Palazzo di Giustizia, gli avvocati (qualcuno accompagnato anche da qualche imputato a piede libero) prendono posto. Nel frattempo si prova il collegamento online dalle case di reclusione per chi è recluso perché raggiunto da misura cautelare in carcere a causa dei gravi indizi di colpevolezza.

Intercettazioni, pedinamenti, registrazioni video raccontano in un fascicolo di 5mila pagine a disposizione del Gup, che camorra e mafia foggiana erano “pronte a scontrarsi militarmente con eventuali organizzazioni perlopiù pugliesi che avessero rivendicato la piazza”. Per la Distrettuale antimafia del Molise le 45 persone imputate erano al servizio delle organizzazioni che dalla Campania ogni settimana inviavano in Molise fra i quattro e i cinque chili di cocaina.

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In aula, per la procura, c’è il sostituto Vittorio Gallucci. Alle 10 si inizia. La pubblica accusa chiede il rinvio a giudizio per tutti. Alcuni avvocati difensori sollevano una serie di eccezioni (tra questi Giuseppe Fazio e Nais Gentile) per difetti di notifica, il gup accoglie in parte e rinvia gli atti alla procura per notificare gli atti che mancano.

Subito dopo iniziano le richieste: per diciotto imputati i legali formulano la richiesta di rito abbreviato. Gli altri 27, invece, chiedono il rito ordinario. 

Il Gup calendarizza da subito le date per la discussione sui giudizi abbreviati e si comincia il prossimo 27 marzo e allora si deciderà se ammetterli o meno.

Per gli altri 27 invece si apre il processo: si comincia il 23 giugno.

Ed è delle ultime ore anche la rinnovata valutazione dei gravi indizi di  colpevolezza su un soldale di primo piano di una delle tre associazioni inquisite.

In particolare, dopo che il Tribunale aveva rimesso in libertà l’uomo di 52 anni originario di Napoli, la Corte di Cassazione, su ricorso della Procura della Repubblica, ha annullato l’ordinanza, affermando che le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia vanno valutate nella loro globalità.  Per questo, riconsiderati gli elementi investigativi acquisiti da carabinieri e guardia di finanza tramite riprese video e intercettazioni,  con particolare riguardo al trasporto di droga da Napoli a Bojano e alla consegna di un chilo di cocaina e cinque di hashish presso la ditta “Adriatica Pellet”, solo due giorni fa il napoletano era stato nuovamente arrestato e ristretto in regime di arresti domiciliari. Con l’inchiesta “Piazza Pulita” i soggetti indagati sono ritenuti responsabili – a vario titolo –di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, traffico di droga ed estorsioni anche con l’aggravante del metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, auto riciclaggio e porto abusivo di armi.

Non soltanto misure restrittive della libertà personale, gli uomini dell’Arma hanno eseguito anche un’altra ordinanza cautelare emessa nello stesso procedimento e con la quale il giudice ha disposto il sequestro di due abitazioni, due autovetture, un autocarro, quote societarie di due società e somme di denaro.

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