La petizione

Rientro a scuola il 7 gennaio, c’è chi dice No. “Contagi 10 volte superiori a settembre”

Forche Caudine e Unsic fanno sentire la voce di chi è contrario alle lezioni in presenza nei plessi del Molise

La riapertura delle scuole superiori in presenza dal 7 gennaio non trova tutti d’accordo. Anche in Molise. La conferma viene dall’adesione-record registrata in pochi giorni dalla petizione lanciata dall’Unsic, sindacato datoriale che ha diverse sedi anche nella nostra regione. Oltre 60mila persone da tutta Italia hanno già sottoscritto l’appello perché il governo ci ripensi, almeno per le scuole superiori. Di questi firmatari, circa 500 sono molisani, grazie anche al sostegno che l’associazione “Forche Caudine” ha dato all’iniziativa.

A firmare sono stati soprattutto professori e genitori, preoccupati principalmente per le ricadute che i milioni di nuovi contatti giornalieri potrebbero avere sulla già preoccupante curva dei contagi. Ma c’è scarsa fiducia anche nei provvedimenti concordati con i prefetti nei giorni scorsi, come il potenziamento del trasporto pubblico. Viene bocciata anche l’alternanza degli orari di entrata e di uscita, che andrebbe ad incidere, ad esempio, sullo svolgimento dei compiti a casa.

Molti firmatari non si dichiarano contrari alla scuola in presenza, ma ritengono che in questa fase emergenziale sia imprudente riprendere come se non stesse accadendo nulla. “È come voler per forza rientrare a casa dopo un terremoto” spiegano dall’ufficio comunicazione dell’Unsic che sta gestendo l’iniziativa.

La petizione, lanciata sulla piattaforma Change (http://chng.it/tPQJq5j62J), è accompagnata da molte proposte dei sottoscrittori, come quella di estendere la Dad anche alle scuole medie inferiori. Ma il dato emblematico, spiegano i promotori, è il seguente: lo scorso 14 settembre, alla prima campanella, in Italia erano 1.008 i nuovi casi quotidiani di Covid e 14 i decessi; il 7 gennaio, quando riapriranno le scuole, casi e decessi accertati saranno oltre dieci volte di più.

“Insomma, è concreto il rischio di alimentare una terza ondata peggiore delle altre perché molti ospedali sono ancora in sofferenza, partono le influenze stagionali e si rischia di inficiare la campagna vaccinale appena cominciata” concludono dall’Unsic.

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