Campobasso

Focolaio in ospedale, pazienti ricoverati prima dei tamponi e aree grigie insufficienti: il caso Cardarelli arriva in Procura

Il Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha presentato stamattina un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare il pericolo rappresentato dall’attuale gestione dei pazienti al Cardarelli. Sotto accusa anche le mancate assunzioni e il fatto che i primari siano in realtà direttori nominati e non vincitori di concorso, e che per questa ragione hanno timore a esporsi.

No, non va tutto bene. Lo slogan della prima ondata si è rivelato un boomerang, almeno per quanto riguarda la gestione della sanità e la scelta di fare l’hub Covid in Molise nell’unico ospedale degno di questo nome che esista in regione. Il Cardarelli di Campobasso è ora un ospedale misto e perfino “inquinato”, “contaminato”, come sostiene, numeri e situazioni alla mano, Angelo Primiani del 5 Stelle, che con i colleghi De Chirico e Greco ha firmato questa mattina l’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Campobasso.

Al centro della denuncia, che si aggiunge ad altre presentate in questi giorni fra cui quella di un uomo che ha perso la madre in ospedale (“Era entrata senza virus, poi l’hanno ricoverata, ha preso il Covid ed è morta”), il cluster tra pazienti e operatori del reparto di Chirurgia. Un focolaio portato all’attenzione delle autorità, dei media e degli inquirenti anche grazie alla chiarezza del primario Giuseppe Cecere, che proprio in quanto primario vincitore di concorso non deve rispondere a nessuno se non alla sua coscienza e ai malati. Altrove – e anche questo emerge nell’esposto dei 5 Stelle – non funziona così: gran parte dei primari molisani sono direttori facenti funzione, nominati dai vertici Asrem su indicazioni dei vertici politici. Medici che temono di esporsi perché subiscono il ricatto alla base del rapporto professionale, vecchio e consunto come la logica politica che lo tiene in piedi: “Io lì ti ho messo, io ti posso togliere”.

de chirico greco primiani

“Da marzo – scrive il Movimento 5 Stelle – sosteniamo che rendere struttura Covid il principale ospedale del Molise, l’hub di riferimento per le multidiscipline, l’unico Dea regionale di primo livello, è stata una scelta sbagliata e sciagurata. La prova, purtroppo, l’abbiamo avuta per mesi e in questi giorni ne stiamo avendo drammatica conferma.
Il nostro esposto è una richiesta diretta alla magistratura di far luce sulla organizzazione del Cardarelli, ma è anche e soprattutto un segnale di vicinanza agli operatori dell’ospedale di Campobasso, ai pazienti, alle loro famiglie, e un modo per dar voce alle preoccupazioni di tutti i cittadini”.

Preoccupazioni che si sono intensificate con la chiusura, sabato scorso, dei reparti incriminati, cioè Medicina e Chirurgia, dove tra ricoverati, medici e infermieri i contagi hanno superato quota 30. “Il reparto di Chirurgia è in sofferenza da tempo – sottolineano i consiglieri pentastellati – per questo da mesi chiediamo compiti ripartiti su altre strutture sanitarie regionali. Un esempio: gli interventi in day e week surgery potrebbero essere eseguiti al Caracciolo di Agnone, in modo da alleggerire il Cardarelli e rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini perché il blocco di Chirurgia significa stoppare le attività ordinarie allungando le liste d’attesa”.

C’è soprattutto il problema delle aree grigie, però. Ed è anche su questo che oggi si svolge l’audizione interna all’Azienda sanitaria sul nodo Cardarelli, per chiarire eventuali responsabilità e valutare ulteriori disposizioni per contenere la diffusione del contagio nell’ospedale. Parteciperanno i vertici dell’Asrem, il direttore sanitario dell’ospedale e i primari dei reparti interessati fra cui Chirurgia, in cui il focolaio è stato scoperto.

Le aree grigie dovrebbero ospitare i pazienti nell’attesa dei risultati del tampone molecolare, ma nella realtà questo non accade sempre. Oggi al Cardarelli chi deve essere ricoverato è sottoposto a test rapido e, in caso di negatività, viene trasferito in reparto – e non in area grigia – per poi essere sottoposto a tampone con il rischio che i falsi negativi trovino comunque posto in ospedale moltiplicando il rischio di contagio. “Potenziare le zone grigie, invece, vorrebbe dire ricoverare in apposita area dell’ospedale chi è risultato negativo al test in attesa del tampone, garantendo la sicurezza di tutti”.

Angelo Primiani rimarca anche la carenza di personale “nonostante norme e strumenti speciali messi in campo dal governo centrale. Da troppo tempo in troppe Unità operative mancano i primari, i principali gestori dei reparti; inoltre il piano del fabbisogno presentato da Asrem a marzo scorso ha avuto un risultato sconcertante: zero assunzioni nei reparti di Rianimazione, Anestesia e Malattie infettive”.

Infine una considerazione da parte dei consiglieri 5 Stelle che è anche una risposta a chi invoca l’intervento del Governo centrale sulla gestione della pandemia in Molise, viste le oggettive criticità che ora sono sotto gli occhi di tutti. “Non si può ignorare la Costituzione” la sintesi. “La sanità prevede competenze ripartite tra Stato e Regioni, le sole a poter dettare le linee operative: lo Stato programma, la Regione gestisce e attua, quindi il Governo non può sostituirsi all’ente regionale nella gestione sanitaria locale. Sostenere una cosa del genere significa fornire un alibi a chi, come Regione e Asrem, avrebbe il compito di organizzare e gestire la sanità, chi è investito della responsabilità di difendere i cittadini dalla pandemia, ma non lo fa”.

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