Il contagio al cardarelli

Focolaio in Chirurgia, il reparto non chiude ma i ricoveri saranno limitati. Dg Asrem: “Il contagio non è dipeso dall’hub covid”

L'azienda sanitaria regionale ha preso le contromisure per arginare il più possibile il contagio all'interno del reparto e lunedì 11 gennaio è stata convocata un'apposita riunione per individuare le origini del cluster. Inoltre il direttore generale Oreste Florenzano puntualizza a Primonumero: "Quanto accaduto non dipende dal fatto che il Cardarelli è l'hub covid. Le persone risultate infette non sono passate prima nei reparti covid e poi trasferite nei reparti non covid".

Per ora la Chirurgia non chiuderà nè saranno bloccati i ricoveri, anche se ci saranno delle limitazioni. L’Azienda sanitaria regionale ha messo in pratica le prime misure per cercare di porre un freno al focolaio che sta interessando il reparto all’interno dell’ospedale Cardarelli di Campobasso: oggi, 8 gennaio, sono stati calcolati 30 positivi tra pazienti e personale sanitario.

L’origine del contagio? E’ quello che l’Asrem ha intenzione di accertare nei prossimi giorni. Lunedì pomeriggio 11 gennaio si svolgerà quello che tecnicamente viene definito un “audit organizzativo“, una riunione convocata dal direttore generale Oreste Florenzano “per capire con i responsabili del reparto perchè all’interno dello stesso reparto si è verificata l’infezione nonostante le linee guida che abbiamo dato. E’ importante precisare – sottolinea a Primonumero il dg – che l’infezione non si è propagata dall’hub covid al reparto, ma si è verificata all’interno di Chirurgia“.

L’invito dunque è a fare le opportune distinzioni: non c’è stata promiscuità dei percorsi a detta del capo dell’Asrem, nè una sorta di ‘contaminazione’ all’interno del nosocomio del capoluogo. Insomma, il paziente ricoverato in Chirurgia non è ‘passato’ prima nei reparti covid. Quindi, l’infezione non si è diffusa perchè l’ospedale di Campobasso è il centro covid della regione. “Anche se l’hub covid fosse stato a Larino – insiste Florenzano – si sarebbe potuta verificare la stessa situazione perchè il paziente è stato ricoverato in Chirurgia”.

Parole con cui il vertice dell’Azienda sanitaria risponde all’avvocato Iacovino e alla richiesta di intervento della Procura della Repubblica.

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Il focolaio in Chirurgia è il secondo riscontrato nel nosocomio del capoluogo dall’inizio dell’epidemia, il terzo negli ospedali regionali.

“In passato si è registrato un episodio simile a Termoli e un altro a Campobasso (in Anestesia-Rianimazione)”, ricorda Florenzano. “Sono accadimenti che possono succedere perchè il virus è molto diffuso in questo momento. Ma quello che accade – insiste – non è in relazione, come sostiene qualcuno sui social, con la circostanza che il Cardarelli sia un hub covid. Le persone risultate infette non sono passate prima nei reparti covid e poi trasferite nei reparti non covid. Sono state sottoposte a tampone prima di entrare in ospedale, ma sappiamo tutti che il tampone è la fotografia di un momento: io potrei essere infetto ma risultare negativo al tampone perchè non ho sviluppato la malattia e successivamente posso positivizzarmi. Per questo, esistono i dispositivi di protezione e tutte le procedure di protezione”.

Attualmente il cluster in Chirurgia “è soggetto a controllo e verifica”, aggiunge il dg Asrem. Che poi puntualizza ancora: “Il numero delle persone positive si è modificato nel tempo e non perchè la Direzione generale dell’Asrem voglia nascondere i dati. Tutt’altro. La Direzione generale dell’Asrem ha organizzato uno screening per il proprio personale e per i pazienti ricoverati, abbiamo riscontrato questo cluster e quindi abbiamo preso le iniziative necessarie: abbiamo sottoposto a tamponi ulteriori periodici personale e pazienti, abbiamo isolato le persone risultate positive, abbiamo sanificato gli ambienti e abbiamo messo in sicurezza la situazione”. 

Mentre il reparto è in attività anche se “saranno possibili limitazioni ai ricoveri in relazione alle esigenze”, lunedì pomeriggio infine è stato convocato “un audit”, che “è una procedura durante la quale vengono interpellati tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in quello che è accaduto per ricostruire il link epidemiologico e capire come è entrato il contagio e come si è diffuso”. 

Infine, spiega Florenzano, “il direttore sanitario Asrem Virginia Scafarto ha sentito il direttore sanitario del presidio per richiamare tutti gli operatori e i responsabili della struttura al rispetto delle linee guida che abbiamo già impartito lo scorso marzo sull’utilizzo dei dispositivi di protezione, sulla separazione degli infetti e sulla eventuale limitazione dei ricoveri. E questo non perchè lo ha chiesto il dottore Cecere, ma perchè – al contrario – noi abbiamo chiesto una relazione al dottore Cecere”.

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