Il report

Focolai nelle scuole, Molise nella ‘lista nera’: zero dati sui casi Covid tra il personale

E' quanto emerge dall'ultimo rapporto sul covid-19 dell'Istituto superiore di sanità che ha svolto un monitoraggio sull'andamento dell'epidemia negli istituti. E la nostra è assieme ad altre 5 regioni l'unica a non aver raccolto le informazioni relative ai focolai rilevati. A denunciarlo il sindaco di Campobasso Roberto Gravina che rilancia: "Ecco perchè non ho riaperto le scuole".

Scuole aperte sì o no? L’amletico dilemma ha tenuto banco nel giorno dell’Epifania, quando per i sindaci si è posto il problema se consentire il rientro in aula dei ragazzi in deroga all’ordinanza del presidente della Regione Donato Toma. Quest’ultimo, come avvenuto all’inizio di dicembre, ha lasciato ai sindaci la possibilità di decidere la ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie per gli alunni della primaria. E loro si sono mossi in ordine sparso, anche sulla base delle informazioni sui contagi nei comuni che amministrano.

Scuole elementari chiuse o aperte, i sindaci si dividono e molti protestano: “Siamo senza dati”

A Campobasso la scelta del primo cittadino Roberto Gravina è stata netta: in assenza di dati su cluster e nuovi positivi, che pure sono stati rilevati negli istituti della città (alla Colozza ad esempio), elementari e asili (compresi quelli privati) sono rimasti chiusi per qualche altro giorno per capire e accertare meglio l’andamento dell’epidemia in città. Poco prima il sindaco del capoluogo aveva denunciato la mancata comunicazione da parte delle autorità sanitarie delle informazioni relative ai contagi e in tali condizioni, senza questi dati fondamentali – si è giustificato il sindaco – non era possibile consentire la didattica in presenza dei piccoli della primaria.

Tesi rafforzata dalla fotografia emersa nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità che bacchetta il Molise: “Alcune regioni (Basilicata, Campania, Liguria, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta) non sono state in grado di riportare l’informazione relativa al setting in cui si sono verificati i focolai”. Al tempo stesso il Molise non ha presentato i dati relativi ai casi di contagio tra il personale scolastico. 

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I dati nazionali non sono incoraggianti: la percentuale dei casi tra bambini e adolescenti è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre per poi tornare a scendere sui livelli precedenti. La maggior parte dei casi in età scolare, ben il 40%, riguarda adolescenti tra i 14 e i 18 anni, seguiti dai bambini dai 6 ai 10 anni (il 27%), e da quelli delle scuole medie, tra gli 11 e i 13 anni (23%).

Impossibile conoscere nel dettaglio la situazione del Molise: nella tabella pubblicata dall’Istituto superiore di Sanità c’è un eloquente spazio bianco.

dati focolai scuole italia

Nè le restrizioni imposte dal Governo durante le vacanze di Natale sembrano aver sortito gli effetti prodotti, non hanno frenato più di tanto la curva dei contagi. E Gravina torna a sottolinearlo.

“A quanti si chiedono il perché, a differenza del 7 dicembre scorso – argomenta Gravina – ho scelto di non far svolgere attività didattica in presenza per le scuole primarie e ho addirittura chiuso infanzia ed asili, voglio spiegarne il motivo, anzi, i motivi. Intanto, le vacanze natalizie, sebbene regolamentate con visite con massimo due persone, hanno potenzialmente amplificato il pericolo di contagio. Ma soprattutto, a differenza di quanto accadde a dicembre, i dati in nostro possesso, sono addirittura minori e contraddittori.

E non è un caso se, ad esempio, proprio in riferimento alla diffusione del virus pandemico nelle scuole, il Molise, nell’ultimo rapporto Covid-19 (il n. 63/2020) pubblicato appena qualche giorno fa dall’Istituto Superiore di Sanità sul proprio sito web, compare come l’unica regione dove non vengono raccolti dati sui casi Covid tra il personale scolastico e, insieme ad altre 5 regioni, viene indicata per non essere stata in grado di riportare le informazioni relative al setting in cui si sono verificati i focolai”.

L’unica piccola consolazione per il sindaco del capoluogo riguarda le comunicazioni relative ai decessi che l’Asrem ha ripreso ad inviare in Municipio dopo un periodo di stop. “Solo solo nella giornata di ieri (7 gennaio, ndr) – aggiunge Gravina – abbiamo preso a ricevere dall’Asrem, come da noi più volte richiesto, i primi dati sulla situazione epidemiologica in città che però, per ora, sono ancora lontani dalla qualità e dalla precisione che il momento richiede, visto che riportano nominativi di persone che sono purtroppo decedute.

Non appena il quadro sarà finalmente chiaro, Campobasso, che mai aveva chiuso le scuole finora, tornerà alla normalità, come tutti auspichiamo”.

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