Quando l'emergenza non è urgenza

La burocrazia paralizza il Centro Covid da 4 milioni di euro. La terza ondata è alle porte, ma c’è solo un padiglione fantasma fotogallery

Il piano per la realizzazione degli ospedali covid ha fatto registrare ritardi in tutta Italia nonostante l'urgenza di allestire posti letto aggiuntivi e il Molise non fa eccezione. Mentre la terza ondata dell'epidemia si avvicina, il commissario Arcuri ha appena validato i progetti per l'adeguamento dello stabile inviati a Roma dall'azienda sanitaria regionale, scelta quale soggetto attuatore per la realizzazione dell'hub covid. Dunque ora toccherà alla stessa Asrem procedere all'assegnazione degli appalti.

I ritardi, è vero, ci sono in tutta Italia: la realizzazione di ospedali covid che l’emergenza sanitaria ha richiesto è stata più lenta e farraginosa del previsto nonostante l’emergenza richiedesse tempi molto più celeri, procedure più rapide. Invece ha comunque ‘vinto’ la burocrazia. Sono del resto trascorsi altri quattro mesi da quando il commissario del Governo Domenico Arcuri ha scelto l’azienda sanitaria regionale quale soggetto attuatore per la realizzazione dell’hub covid. Il 17 ottobre la firma dell’ordinanza numero 29. “A fine ottobre – disse lo stesso Arcuri in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore – sottoscriveremo i contratti e partiranno i lavori, abbiamo già 336 aziende pronte per i lavori divisi in 21 lotti”.

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Peccato che poi in realtà è successo ben altro.

Pochi giorni fa, con la terza ondata dell’epidemia ormai imminente, come i maggiori esperti sostengono, con i contagi che non calano e i morti che continuano a restituire cifre da guerra, finalmente il commissario per l’emergenza ha validato i progetti che Asrem aveva inviato a Roma per la ristrutturazione del padiglione covid adiacente l’ospedale Cardarelli. Un progetto su cui il Ministero della Salute ha deciso di puntare scartando quello relativo alla riconversione del Vietri di Larino.

“Credo che il padiglione sarà pronto più realisticamente entro marzo”, la previsione che il governatore Donato Toma ha fatto alla fine di dicembre (alla vigilia del vax day per la precisione) ridefinendo il nuovo cronoprogramma per realizzare l’ala dedicata alla cura dei pazienti covid nell’ex hospice. 

Dopo l’autorizzazione del commissario Arcuri, l’Azienda sanitaria potrà procedere alla fase successiva: l’affidamento dell’appalto per i lavori. Quindi partirà la ristrutturazione dell’immobile. Il totale dell’importo per i lavori, secondo quanto previsto dal commissario Arcuri, per il Molise è pari a 4 milioni e 512mila euro.

Attualmente quell’ala del Cardarelli è un “deposito rifiuti”, come si può leggere sul cartello che abbiamo visto ieri mattina (11 gennaio), quando siamo tornati in ospedale per renderci conto della situazione in cui versa.

deposito rifiuti cardarelli padiglione covid

A parte le pattuglie della Polizia, che ieri hanno fatto da scorta alla consegna dei vaccini, al Cardarelli non è cambiato niente. Nessun cantiere allestito, nessun operaio al lavoro quando ci siamo recati sul posto. Anzi, nell’ospedale di Campobasso la situazione è peggiorata dopo il focolaio scoppiato all’interno della Chirurgia, dal quale non si può né entrare né uscire. I ricoveri programmati sono sospesi. Nel frattempo sul tavolo della Procura continuano ad arrivare gli esposti di cittadini, comitati e forze politiche.

Quando aprirà il padiglione covid? Impossibile da dire. Il piano per la realizzazione degli ospedali covid ha fatto registrare ritardi in tutta Italia nonostante l’urgenza di allestire posti letto aggiuntivi. Il Governo ha pure nominato un commissario (Domenico Arcuri, appunto) proprio per accelerare procedure considerate d’emergenza. Eppure in emergenza ci siamo da quasi un anno, ossia da quando abbiamo scoperto che il Sars-Cov-2 non era rimasto isolato in Cina ma si era diffuso anche nel nostro Paese. Abbiamo superato la prima ondata, la seconda e ci avviciniamo alla terza ondata. Nonostante ciò, all’ospedale di Campobasso esiste solo un padiglione covid fantasma. 

Un disastro annunciato, che ha provocato qualche fibrillazione anche nel governo regionale guidato da Donato Toma. Gli assessori non partecipano alle riunioni dell’Unità di crisi con il Comitato tecnico scientifico, pur essendo i rappresentanti dei cittadini all’interno del governo regionale.

L’unico esponente dell’esecutivo Toma presente ai summit dell’Unità di crisi è Quintino Pallante, titolare dei Trasporti nella Giunta e designato dallo stesso governatore quando era sottosegretario.

“Innanzitutto, sono annichilito dalle strumentalizzazioni che si stanno facendo sul centro covid che è diventato terreno di scontro politico. Non mi risulta che ci siano stati ritardi se non quelli legati alle difficoltà strutturali che la Regione ha avuto e all’ubicazione dello stesso centro covid. Non mi risulta che in una settimana si possano realizzare strutture covid, ci sono stati ritardi in tutte le regioni“, commenta l’assessore Pallante che difende la sanità molisana. “Non si può dire che non funzioni, ci sono stati focolai in tanti altri ospedali del Paese”.

Eppure gli stessi cittadini si sono rivolti in alcuni casi agli esponenti della Giunta, non hanno nascosto agli assessori la rabbia per l’emergenza all’ospedale Cardarelli e per le difficoltà ad accedere ai servizi sanitari nel presidio più importante della regione. E ad alcuni di loro abbiamo chiesto un’opinione su questa delicatissima fase sanitaria che potrebbe avere ripercussioni sul piano politico.

Niro

Dopo aver ‘vissuto’ da vicino l’esperienza dell’epidemia (nella prima ondata uno dei suoi più stretti collaboratori è stato ricoverato per covid e la sede del suo Assessorato in viale Elena è stato chiuso perché erano stati accertati diversi contagi), l’assessore Vincenzo Niro cita Papa Francesco: “Qui bisogna lavorare con il noi e non con l’io”. Probabilmente una frecciatina per la mancata condivisione delle scelte in materia di sanità. Da titolare dei Lavori pubblici Niro spiega che purtroppo “le procedure per chiudere gli appalti impiegano non meno di tre anni nonostante siano intervenute delle modifiche al decreto legislativo 50. Ci troviamo di fronte ad una burocrazia che uccide le aziende. Purtroppo”. E da cittadino? “Cerco di essere prudente. Se ho paura? Non posso dubitare sul funzionamento della macchina pubblica. Se mi dicono che le cose vanno bene, devo crederci”.

Michele marone

“So che la gestione per realizzare l’ala covid è stata affidata direttamente dal commissario Arcuri ad Asrem. Quindi la Regione non ha nessun potere dispositivo in merito”, il commento dell’assessore al Lavoro Michele Marone. “Sono preoccupato per la pandemia: purtroppo in tutta Italia la curva del contagio non si piega e auspico che il Governo fornisca i vaccini nel più breve tempo possibile. Questo è l’unico modo per debellare il virus che non è scomparso nemmeno dopo il lockdown dello scorso marzo. L’obiettivo che dobbiamo porci tutti, sia a livello nazionale che a livello regionale, è stimolare quanto più possibile la vaccinazione diffusa della popolazione. Le energie istituzionali devono concentrarsi su questo aspetto, sulla vaccinazione. Mentre nel medio tempo è fondamentale gestire nel miglior modo possibile l’epidemia”.

Intanto, aspettando che i vaccini arrivino in quantità sufficiente e vengano somministrati alla popolazione il più rapidamente possibile, il Covid continua ad agire e fare danni. E il centro covid del Molise è uno spazio vuoto, intrappolato nella burocrazia, in balia di ritardi e inefficienze.

 

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