Campobasso

Cardarelli, positivi anche il primario di Medicina e 3 infermieri. Reparto resta aperto ma è al collasso

Il focolaio si allarga, come era ampiamente prevedibile. Oggi tamponi a tutti, mentre persiste la richiesta di limitare al massimo i trasferimenti di pazienti covid da Termoli e Isernia dove entro la fine del mese dovrebbero essere realizzati i moduli prefabbricati esterni per trattenere i malati. “Siamo all’inizio di un nuovo picco” sostengono i medici.

Si complica la situazione dell’ospedale Cardarelli di Campobasso dove questa mattina – 15 gennaio – è stato sottoposto a tampone molecolare tutto il personale sanitario e i pazienti ricoverati. Ieri l’esito dei test aveva accertato altre 5 positività, come riferito da fonti interne del nosocomio a Primonumero: il primario Ennio Lubrano, la caposala e due infermieri hanno contratto l’infezione, segno che il virus sta circolando in ospedale continuando a contagiare sanitari e i numerosi degenti ricoverati.

Le ultime diagnosi di positività emerse vanno ad aggiungersi ai 22 contagi (tra pazienti e sanitari) accertati due giorni fa, numero che contempla anche una decina di ricoverati già trasferiti nel reparto di Chirurgia, dove il cluster è scoppiato. Se Chirurgia resta chiuso ai ricoveri, come chiesto dal direttore della Unità Operativa Giuseppe Cecere, per il reparto di Medicina non sono state prese decisioni particolari dai vertici.

Attualmente Medicina, reparto interessato dall’ultimo focolaio ospedaliero dopo quello in Chirurgia (una trentina tra personale sanitari e pazienti i contagiati) resta aperto ma è al collasso e registra una carenza di personale che aggiunge emergenza a emergenza. Continua a essere “fortemente sconsigliato” il trasferimento di pazienti covid da Termoli e Isernia come accaduto anche l’altra notte, quando nei presidi periferici la telefonata della dirigenza sanitaria ha informato che sarebbe stato meglio sospendere, per quanto possibile, i trasporti di malati a Campobasso trattenendoli alcune ore nelle aree grigie del San Timoteo e del Veneziale per mancanza di posti letto e di personale.

La situazione è esplosiva e coincide con l’inizio di quello che molti medici, anche molisani, identificano come “esordio di un nuovo picco” di ospedalizzazioni. “Sarà un mese difficile” la considerazione di dottori ed esperti che fanno i conti con una ripresa dei ricoveri covid dopo alcune settimane nelle quali sembrava che la corsa delle ambulanze avesse rallentato.

Intanto dovrebbero cominciare a giorni i lavori per l’adeguamento degli ospedali di Termoli e Isernia al Piano Covid. Entro gennaio dovranno essere ultimate le ristrutturazioni dei Pronto Soccorso del San Timoteo e del Veneziale con i prefabbricati esterni per malati covid e altri 5 posti letti di Terapia Intensiva (3 a Termoli e 2 a Isernia) indispensabili in caso di emergenza.

Qui i dettagli del Piano:

Dalle aree grigie alle terapie Intensive covid: gli ospedali di Termoli e Isernia mobilitati per il terzo picco

 

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