Fare comunità

Volti, mani, incontri. In un libro fotografico l’esperienza dello Sprar: “Ha arricchito Termoli”

Presentato oggi il book fotografico 'Rifugio Sicuro. Fare accoglienza, fare comunità' che racconta, attraverso le suggestive immagini scattate da Paolo Lafratta, l'essenza del progetto Sprar/Siproimi del Comune di Termoli, gestito dalla locale Caritas

Hanno deciso di far parlare le immagini per raccontare il loro progetto, un faro dell’accoglienza a Termoli. Stiamo parlando del progetto Sprar/Siproimi del Comune di Termoli, gestito da diversi anni dalla Caritas diocesana attraverso l’Istituto Gesù e Maria.

Un progetto dal nome decisamente evocativo, ‘Rifugio sicuro’, proprio come il libro fotografico presentato ufficialmente oggi, 29 dicembre. “Rifugio Sicuro. Fare accoglienza, fare comunità: una pubblicazione che risponde alle attività di sensibilizzazione e di divulgazione delle azioni del locale progetto di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati. “Per quest’anno l’equipe di lavoro ha pensato di ridefinire tali attività di sensibilizzazione presso la comunità locale attraverso azioni che non prevedano il coinvolgimento diretto della popolazione, impedito a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19: da questa esigenza, l’idea di un libro”.

Ad illustrarlo, nel Centro Pastorale Ecclesia Mater in piazza Sant’Antonio e contestualmente in diretta facebook, il coordinatore del progetto Luca Scatena, il Vescovo, monsignor Gianfranco De Luca, la direttrice della Caritas diocesana di Termoli-Larino, suor Lidia Gatti, e l’assessora comunale alle Politiche Sociali, Silvana Ciciola.

rifugio sicuro libro caritas sprar

Ad immortalare, “con la sua sensibilità e la sua ironia”, alcune istantanee di vita di operatori ed ospiti del progetto, il fotografo termolese Paolo Lafratta. “Si è messo gratuitamente al servizio di questo progetto editoriale”. Un testo che racconta, attraverso brevi brani esplicativi ed immagini molto significative e suggestive, quello che avviene giorno per giorno in questa straordinaria “esperienza di umanità”, come l’ha definita il vescovo della Diocesi.

Un libro che, con la potenza delle sua immagini, racconta volti, mani, storie. In definitiva vite. Il fotografo, professionista affermato, su è “calato nelle nostre vite e ha colto l’essenza del progetto che portiamo avanti”, così Luca Scatena.

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Un progetto, quello di Rifugio Sicuro, che ha come quintessenza l’accoglienza, l’aprirsi all’incontro con l’altro. “Che non significa assolutamente assistenzialismo – ha precisato monsignor De Luca -. Il fine ultimo l’inserimento nella società, e il passaggio nel progetto per queste persone è temporaneo”. E sono centinaia, finora, uomini e donne passati di qui e ‘usciti’ con un bagaglio di esperienze di relazione. “Ma non abbiamo solo dato – sottolinea suor Lidia Gatti -, abbiamo anche ricevuto tanto da loro”.

L’incontro tra due mondi-persone d’altronde trasforma entrambi, reciprocamente. Ed è proprio come di un processo di trasformazione che ha parlato Scatena riferendosi all’impatto del progetto sulla comunità tutta. Una ‘velleità’ che d’altra parte fa parte del Dna di Termoli. A ricordarlo il vescovo: “Termoli è vocata, per ubicazione geografica, ad essere aperta. Il mare, poi, è il luogo dell’accoglienza. Pensiamo poi a quanto gli insediamenti croati ed albanesi abbiano arricchito il nostro territorio”.

E di questa opportunità, foriera di ricchezza, le Amministrazioni comunali non si sono volute privare. L’attuale assessore alle Politiche Sociali, Silvana Ciciola, ha ‘promesso’ – a nome della Giunta di cui fa parte – di voler continuare con questo progetto (nei primi mesi del 2021 terminerà il bando di gara per la prosecuzione del progetto, ndr). “Avete fatto un lavoro straordinario, per questo vi diciamo grazie”.

Un progetto in cui lavorano 18 operatori a Termoli e 5 a Santa Croce di Magliano, dove c’è un altro progetto Sprar gestito dalla Fondazione Istituto Gesù e Maria. Gli ospiti, migranti e rifugiati accolti, sono invece circa 65.

All’interno del libro, che sarà distribuito gratuitamente, è indicato il Codice Iban della diocesi a cui poter effettuare donazioni per sostenere gli interventi che la Caritas mette in atto in favore di ogni persona in difficoltà, indipendentemente dalla sua provenienza. “Questo volume vuole essere anche uno strumento di raccolta fondi per altri progetti”.

gesù e bambini colore

Non si tratta solo di migranti, le parole di Papa Francesco. E anche alla Caritas di Termoli si tende la mano a loro così come agli italiani in difficoltà, al di là delle retoriche ‘nazionaliste’ propinate in questi anni. Che poi in un certo senso non fa differenza. Un proverbio africano infatti recita: “Lo straniero è come un fratello che non ho mai incontrato”.

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