Il gioiellino

Teatro del Loto, impresa riuscita: murales, mosaici, nuove terrazze e facciate. Il ‘sogno-realtà’ di Stefano Sabelli

Il più bel piccolo teatro d’Italia risplende di nuova luce: nel corso degli ultimi mesi sono stati portati a termine lavori che ne danno un aspetto attraente. L’attore-regista campobassano: “Direi che Ferrazzano può vantare un Fiore di Teatro. Abbiamo cercato di utilizzare, al meglio, norme e leggi che potessero facilitare tale compito. Nel nostro caso: Bonus facciate ed Eco Bonus, come pure Art Bonus e 5x1000”. La speranza è che presto possa essere inaugurato per la seconda volta: “Ci auguriamo che sia possibile con l’arrivo della primavera 2021”.

“Era il 16 marzo 2002…”. Una scintilla, una folgorazione, un’emozione (non) da poco che si trasforma in un progetto, un’idea affascinante, un’utopia che diventa realtà. Il Teatro del Loto di Ferrazzano, il gioiellino incastonato in un paesaggio meraviglioso a 900 metri d’altitudine, risorge definitivamente: nuovi spazi, nuova veste. E una vista mozzafiato.

Stefano Sabelli

L’artefice, il ‘deus ex machina’, il sognatore che realizza i sogni è Stefano Sabelli. L’attore-regista-artista campobassano è riuscito nell’impresa: da piccolo teatro abbandonato dei primi anni duemila, il ‘Loto’ è diventato il più bel piccolo teatro d’Italia. Il ‘restauro’ esterno – e non solo – è quasi ultimato e quello spazio angusto di qualche anno fa è ormai un lontano e – se vogliamo – tenero ricordo. “Grazie al nuovo progetto e a qualche idea ‘sfiziosa’, che l’ha suffragato, il Teatro del Loto si erge oggi, a Piazza Spensieri, più fiero e bello che mai. Con dignità, incastonato e, finalmente, integrato, fra il settecentesco Palazzo, che ospita il Municipio, e il Castello Carafa, che ha origini nel Quattrocento. Direi, soprattutto che, ora Ferrazzano può vantare un Fiore di Teatro”. Testo e musica di Stefano Sabelli.

Ma com’è nata questa bella storia chiamata favola? “Il 16 marzo 2002, andai a trovare a Ferrazzano, da sempre considerato Belvedere di Campobasso, amici che recitavano nella filodrammatica che, nel teatrino della Casa Canonica locale, provava e presentava i suoi spettacoli” racconta Sabelli. “Una struttura abbandonata, con un seminterrato trasformato in uno squallido teatrino periferico”. Eppure… “In quel teatrino simile a un pidocchietto post-bellico, con un palcoscenico su cui si apriva e chiudeva un sipario sgarrupato e liso di velluto blu, senza camerini in cui cambiarsi, con sedie sgangherate e gracidanti da cinema parrocchiale, su cui sedersi, con servizi, che non erano servizi, si piantò il seme del mio pensiero”.

Teatro del Loto

Un pensiero che non l’hai più abbandonato: “Nel 2007 arrivò la prima ristrutturazione, interna, durata tre anni, di quell’anonima e trascurata ex Casa canonica, trasformata nel frattempo, nel Teatro del Loto, inaugurato con una formidabile 24 ore di Teatro. Ideato e realizzato come fusione di architetture sceniche d’Oriente e Occidente, si è qualificato, nell’ultimo decennio, come uno dei centri d’innovazione teatrale più vitali e apprezzati del Centro Sud. Un piccolo grande Teatro, che Moni Ovadia, per primo, ripreso poi dal TCI Touring Club Italia, ha definito il Più bel Piccolo Teatro d’Italia”. Grazie a quella prima ristrutturazione degli interni, il teatro è stato trasformato in un nuovo e affascinante spazio scenico, capace, nell’ultimo decennio, di programmare oltre 500 eventi e ospitare più di 2.000, fra artisti, uomini di cultura e operatori.

Teatro del Loto

La svolta definitiva due anni fa, quando Sabelli, con la sua cooperativa TeatriMolisani, che era affittuaria del ‘Loto’, ha acquistato l’intero immobile dall’ex proprietà ecclesiastica. I lavori sono partiti appena prima del primo lockdown, “per ristrutturare facciate, terrazze e tutte le superfici esterne. Dopo un cappotto termico e nuovi infissi, che hanno consentito la riqualificazione energetica dell’intero immobile, si è tenuto conto di realizzare un progetto che definisse una nuova estetica e una migliore contestualizzare architettonica e paesaggistica di una struttura, di metà Novecento, con l’architettura bella e tradizionale, in pietra scalpellinata, di Ferrazzano e del suo centro storico”.

Teatro del Loto

Chiunque può già ammirarlo in questa sua nuova dimensione architettonica, grazie ai murales realizzati da Allegg (Andrea Parente) e Davide Nuzzi, legati all’Associazione Malatesta di Campobasso. “Quello di Alleg, in particolare, sulla facciata a Sud e che guarda verso la Daunia e il Sannio beneventano, è evocativo del senso stesso del Teatro. Un’opera, con gran talento, da Andrea, ideata e dipinta – su una superficie di quasi 200 metri quadri – visibile a chilometri di distanza e che dà profondità visiva e mentale”. E poi l’opera di Nuzzi: “Salendo le scale s’incontra infatti, un’opera grafica, di Davide che gioca, tono su tono, fra luce e ombra, col nostro acronimo ripetuto. Raggiunta, infine, piazza Spensieri e l’ingresso principale del Teatro, tutti possono già vedere (e mi auguro ammirare) il portico d’ingresso del Loto, completamente trasformato da un grande mosaico. L’ho realizzato io stesso”.

Teatro del Loto

Come è stato possibile, si chiederanno in tanti? Beh, con la tenacia, le idee e il contributo di tanti privati che hanno a cuore la cultura: “Con pochi fondi ed esclusivamente privati che ci siamo procurati da soli, impegnandoci a garantirli, personalmente per diversi anni. Perché si crede in un’etica e in un’estetica. Abbiamo cercato, piuttosto, di utilizzare, al meglio, norme e leggi che potessero facilitare tale compito. Nel nostro caso: Bonus facciate ed Eco Bonus, come pure Art Bonus e 5×1000. Strumenti, questi ultimi, con cui, chi vuole, può per altro continuare a dare civilmente una mano a TeatriMolisani e al Teatro del Loto”.

Teatro del Loto

Oggi il Teatro del Loto, come tutti i teatri del mondo, è chiuso. Ma Sabelli promette che ci sarà “una nuova inaugurazione ufficiale della struttura che avverrà quando si potrà tornare, in sicurezza, finalmente a frequentare i Teatri, i Cinema, i Musei e tutti i luoghi di Cultura. Quel giorno, al Loto, terremo una grande e bellissima festa, con la gioia di ritrovarci con nuovi e vecchi amici. Tutti, con la voglia di metterci alle spalle, insieme, quest’anno buio e sciagurato e, per tanti, infausto e sconsolante. Ci auguriamo che sia possibile con l’arrivo della primavera 2021. Se, poi, ci sarà da aspettare ancora un po’, sapremo farlo”.

LA STRUTTURA DEL TEATRO DEL LOTO

I suoi circa 1.000 metri quadri, ripartiti su tre piani, cui si aggiungono quasi altri 600 metri quadri di portici e terrazze, formano oggi un complesso architettonico con 2 sale teatrali – dotate di foyer, bellissimi e funzionali camerini e persino un hammam – oltre a un Bistrot da 70 coperti, con ampia cucina e diversi altri servizi, inclusa Biblioteca e un’Area espositiva. La Sala grande, intitolata a Orazio Costa, il maestro di Stefano Sabelli, ospita poltrone ergonomiche, di tradizione coloniale cinese – con una capienza variabile da 150 a 190 posti – e palchetti a baldacchino in olmo massello, del tutto simili a stanze del Tè, con sedute su tatami. Grazie a un palcoscenico grande e modulare, rispetto a teatri di simile capienza consente anche allestimenti grandi e complessi. La Sala piccola, invece, ribattezzata TFS Tribeca Ferentinum Studio, in onore alle origini ferrazzanesi di Robert De Niro, può ospitare altri 70 posti. È un moderno Teatro-Studio, agile, modulare, adatto ad allestimenti più sperimentali, spesso trasformato in jazz Club, da sempre sede dei corsi della SPAS, la Scuola Propedeutica d’arte Scenica del Loto.

Teatro del Loto

 

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