Campobasso sale dal 71esimo posto del 2019, al 65esimo del 2020. Isernia dall’84esimo al 79esimo. Ambedue le province restano rilegate però nel terzo gruppo di province italiane dove per la qualità della vita c’è ancora molto da fare.
L’analisi della qualità della vita che si fonda su otto categorie, o meglio su parametri di giudizio. Come ogni anno il lavoro è al primo posto, seguito dalla sicurezza e dall’ambiente, fondamentale è l’istruzione, fino ad arrivare a reddito e ricchezza.
Il sud anche nel 2020 porta sulle spalle una percentuale di insofferenza e di insufficienza di qualità pari al 60,1%. Il gruppo di province che hanno registrato scarsa efficienza nella qualità della vita si trova nel meridione e vede in testa Foggia.
La metodologia utilizzata nella ricerca di Italia Oggi in collaborazione con l’Università La Sapienza e Cattolica Assicurazioni, sembra essere stata in grado di cogliere immediatamente gli effetti diretti della pandemia. Ovvio che non si possono ancora rilevare tutti gli effetti indiretti, come ad esempio quelli su reddito, che saranno fotografati dalle statistiche ufficiali solo tra qualche anno.
La ricerca quest’anno ha potuto monitorare con precisione gli effetti della diffusione del virus e dei conseguenti lockdown grazie anche all’inserimento di nuovi indicatori che, elaborano i recentissimi dati Istat sul numero dei decessi nei primi otto mesi dell’anno. Il dato è stato aggregato a livello provinciale e si è calcolato la variazione percentuale tra i primi otto mesi e la media dei cinque anni precedenti.
Le province più colpite dalla prima ondata della pandemia sono quelle che perdono più posizioni in classifica generale. Bergamo scende dal 26esimo posto dell’anno scorso al 40esimo di quest’anno. Lodi indietreggia di 37 posizioni, Milano di 16, Piacenza di 41, Cremona addirittura di 46.
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