L'Ospite

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L’Immacolata, la festa della bellezza

immacolata concezione

di don Mario Colavita

 

La festa dell’Immacolata rinnova la pietà mariana cara al popolo cristiano.

Forse è tra le feste mariane più partecipate dell’anno liturgico.  Per il credente Maria è la tutta santa, la pura, la tutta bella.

C’è un canto latino che ha consacrato la festa odierna: tota pulchra es Maria!, tutta bella sei Maria, esprime la fede e la devozione del popolo cristiano alla madre di Dio.

Il canto è una composizione che nasce dall’unione di alcune antifone della festa dell’Immacolata prese dal Cantico dei Cantici e dal libro di Giuditta: Tota pulchra es Maria et originalis macula non est in te (Cantico dei Cantici, 4,7), Tu gloria Jerusalem, tu letitia Israel, tu honorificentia populi nostri (Giuditta, 15,10). “Tutta bella sei, o Maria, e non vi è in Te alcuna macchia. Tu gloria di Gerusalemme, Tu letizia di Israele, Tu onore del nostro popolo”. A queste antifone la tradizione francescana ha aggiunto l’invocazione “Tu avvocata dei peccatori. O Maria! Prega per noi, intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo”.

Cantato dai frati francescani, in semplice melodia gregoriana, il canto mariano si è diffuso tra i fedeli, ininterrottamente, eseguito nelle Chiese di tutto il mondo per la novena all’Immacolata.

Cosa dice oggi a noi l’Immacolata? Certamente è una festa di speranza e di gioia, dice che noi siamo coloro che si allontanano dal male e dal peccato.

Noi diciamo che Maria è senza peccato, quel senza diventa per noi un cammino per togliere dalla vita tutto ciò che ci dà fastidio e intralcia l’itinerario  verso Dio.

Ci sono molte lotte in corso che assumono la causa di un “senza” e costituiscono l’esperienza concreta quanto nella vita e nella storia dobbiamo lottare contro il male.

Un mondo senza violenza, senza guerra senza fame, senza pena di morte, senza ingiustizie.

Bene la festa dell’Immacolata ci incoraggia a camminare per la via del “senza”, esprime l’assenza, il vuoto di ciò che più riduce l’uomo a minaccia, pericolo per sè e per gli altri.

Padre Massimiliano Maria Kolbe, ucciso ad Auschwitz, nel 1941, dopo essersi offerto di morire al posto di un padre di famiglia condannato a morire di fame, , grande diffusore del messaggio dell’Immacolata ha scritto: Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata? Io non sono in grado di approfondire ciò che significa essere “creatura di Dio”. Sorpassa già le mie forze il comprendere quel che vuol dire essere “figlio adottivo di Dio”. Ma tu, o Immacolata, chi sei? Non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei Madre di Dio e non sei Madre soltanto adottiva, ma vera Madre di Dio.

 

 

 

 

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