Cronache

La Società foggiana ‘spodesta’ la camorra: il Molise passa alla Direzione investigativa antimafia di Bari

Al comitato interforze che periodicamente si convoca in Prefettura per l'analisi delle strategie utili a contrastare la criminalità, parteciperanno i referenti della sezione operativa di Foggia

Quella pugliese è una criminalità in evoluzione, che sta accelerando il processo di integrazione alle altre consorterie mafiose che operano in Italia.

Quella pugliese è anche la criminalità che sta tentando continuamente ramificazioni nel vicino Molise. Ancor più della camorra.

Le ultime inchieste giudiziarie condotte perlopiù in provincia di Campobasso, le interdittive antimafia che hanno frenato tentativi e dato un rilevante segnale di attenzione ai presunti affiliati che in regione hanno trasferito sedi di aziende o tentato di rilevare quelle in crisi, portano continuamente riferimenti a nomi della Società foggiana.

E questi nuovi scenari che vanno delineandosi sul fronte della lotta alla criminalità in Molise, potrebbero aver indotto a modificare la competenza territoriale della Direzione investigativa antimafia. Se fino ad un mese fa, il Molise dipendeva infatti dalla sezione di Napoli, adesso la competenza è stata trasferita all’Autorità di Bari.

Il capoluogo pugliese è il nuovo centro operativo della Dia per il Molise. A Foggia c’è la sezione distaccata (che dipende da Bari).

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La scelta di modificare la competenza territoriale pare consolidata anche dal fatto che – sempre secondo quanto scrive la Dia – è in atto un avvicinamento tra camorra barese, mafia foggiana e Sacra Corona Unita “al punto che, in alcuni casi, la cerimonia di affiliazione di sodali baresi è stata celebrata alla presenza di un rappresentante della Scu. Una circostanza che assume, anche sul piano simbolico, un valore non trascurabile”.

“L’obiettivo della criminalità pugliese – si legge ancora nelle relazioni della Dia – è la realizzazione di una sinergica struttura multi-business, con una mentalità criminale più moderna e specializzata, che consente loro di spaziare nei vari ambiti dell’illecito  e di affermare una tendenza espansionistica verso i settori in crescita dei mercati legali”.

Ecco che in questa prospettiva, analizzando le conclusioni a cui sono arrivati negli anni le Autorità competenti, proprio le associazioni criminali pugliesi hanno dimostrato di saper mettere in atto strategie efficaci d’infiltrazione nell’indotto economico-finanziario gestito dagli enti locali, in particolare nel settore dei rifiuti. Altro settore attenzionato in Molise e indicato nelle recenti interdittive a firma del prefetto di Campobasso.

Parliamo di una criminalità organizzata degli affari che punta ad obiettivi di medio-lungo termine, usa l’assoggettamento per condizionare non solo gli Enti locali laddove riesce ma anche (e soprattutto) il tessuto imprenditoriale.

Le infiltrazioni vengono segnalate anche in società attive nei settori merceologici dell’edilizia (altro settore controllato dai provvedimenti del Prefetto di Campobasso) e  nel comparto agroalimentare.  L’opportunità di assoldare a basso costo braccianti stranieri ha visto una crescita esponenziale del fenomeno del cosiddetto caporalato e di tutto l’indotto sommerso ed illegale connesso al settore. E purtroppo decine di casi sono stati segnalati anche in Molise.

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