Provvedimento criticato

I sindacati contro Toma: “Chiudere le scuole è la prova dell’incapacità di garantire la sicurezza”

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal contestano l’ordinanza del presidente della Regione: “Si scaricano sulle scuole, sugli alunni e sulle famiglie le responsabilità politiche”.

L’ordinanza della Regione riguardante, tra gli altri provvedimenti, la sospensione in presenza delle lezioni nelle scuole primarie (che i Comuni hanno la facoltà di lasciare aperte) e nelle secondarie di primo grado, ha creato non pochi malumori. In primis tra i sindaci: quelli di Campobasso e Termoli, oltre a molti altri, hanno deciso di lasciare aperti gli istituti scolastici delle rispettive città.

Contrarietà e disappunto, sia sul piano del merito che del metodo” vengono espressi anche dai sindacati della scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal). “Rileviamo come le motivazioni che hanno portato a tale ordinanza – spiegano – sono tutte esterne alla scuola, dovendosi attribuire in sostanza all’incapacità di rafforzare il sistema dei trasporti e alla criticità di tenuta del sistema sanitario. Con tale provvedimento, pertanto, si scaricano sulle scuole, sugli alunni e sulle famiglie le responsabilità politiche di chi, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, non si è mosso in tempo utile per arginare problematiche note, che si sarebbero potute risolvere con un’adeguata programmazione”.

Altro aspetto sottolineato è che “si delega ai sindaci la responsabilità di decidere se chiudere o tenere aperte le Scuole Primarie, non ci si preoccupa delle criticità insite nella scuola dell’Infanzia, dove, lo ricordiamo, il rischio di contagio è addirittura più alto, considerato che per i bambini non è previsto l’obbligo di mascherina e le insegnanti non sono dotate di dispositivi FFP2”.

I sindacati lamentano “l’assenza di confronto con il Tavolo regionale operativo sulla ripartenza della scuola, istituito presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Molise in applicazione del Decreto Ministeriale del 6 agosto 2020. Si continua pertanto ad agire in maniera autoreferenziale, escludendo ogni interlocuzione con il mondo della scuola (Dirigenti Scolastici, Docenti e personale ATA), che pure si stanno adoperando in ogni modo per garantire il diritto all’istruzione”. Inoltre, “oltre al danno subito dai propri figli, che non potranno frequentare le lezioni in presenza, le famiglie dovranno sopportare anche la beffa dell’impossibilità di accedere ai meccanismi di sostegno previsti solo per le zone rosse (es: bonus baby sitter, congedi straordinari)”.

Per tali ragioni, “considerato anche il fondato rischio che le criticità attuali non vengano risolte per la data del 7 gennaio, prevista per il ritorno in aula anche degli alunni delle secondarie superiori, le scriventi OO.SS chiedono che sia a convocato, con urgenza, il tavolo tecnico previsto dal DPCM del 3 dicembre 2020 presso ciascuna Prefettura, in modo da organizzare e definire – previo il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali – gli interventi necessari a garantire tutte quelle azioni volte a garantire il diritto allo studio, in presenza ed in sicurezza, per gli studenti molisani. Non permetteremo che il grande lavoro portato avanti in questi mesi dai lavoratori della scuola per garantire attività didattiche in presenza e in sicurezza venga essere ulteriormente vanificato dall’inerzia di quanti, nonostante le tante sollecitazioni sul tema mantengono un assurdo ed inspiegabile immobilismo. Chiudere le scuole in Molise è la prova dell’incapacità di garantire le necessarie condizioni di sicurezza. Se non ci saranno risposte, ci mobiliteremo in tutte le sedi”.

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