La querelle al tar

Debiti, mancato affidamento degli impianti e ora la guerra giudiziaria tra Regione e Comune: il ‘pasticcio’ di Campitello

Si è discusso ieri - 16 dicembre - davanti ai giudici del Tribunale amministrativo il ricorso presentato dall'amministrazione guidata da Alfonso Leggieri contro il bando regionale giudicato illegittimo in sette punti: assente ad esempio la clausola sociale di salvaguardia di 25 dipendenti di Funivie Molise, la partecipata della Regione che deve versare 400mila euro al Comune di San Massimo. Intanto nella stazione sciistica ci sono 75 centimetri di neve ma senza la manutenzione e il collaudo sono chiusi 3 impianti sui 4 presenti.

L’anno scorso, di questi tempi, la neve non c’era e non si poteva sciare: insufficiente l’impianto di innevamento artificiale. Stesso copione nel 2020, anche se ci sono ben 75 centimetri di coltre nevosa. Il problema è lo stesso: l’assenza di manutenzione e il mancato collaudo degli impianti di Campitello Matese. Tre sui quattro presenti sono chiusi, quando potrebbero essere utilizzati da coloro che possono allenarsi secondo quando prevede il dpcm del Governo.

Sarebbe una piccola boccata d’ossigeno per le attività della stazione sciistica che invece anche quest’anno purtroppo arranca pur essendo il fiore all’occhiello del comparto turistico invernale molisano e inserita lo scorso anno nell’elenco delle migliori località per sciare in Italia.

Rien ne va plus, direbbero i francesi. Un ‘pasticcio’, si potrebbe sintetizzare. Pure il bando della Regione Molise per l’affidamento degli impianti è stato bloccato dal ricorso presentato lo scorso 10 novembre, poco prima della scadenza dei termini previsti per legge (il bando è dello scorso 12 ottobre, ndr), dall’amministrazione di San Massimo, comune in cui rientra Campitello Matese. La giunta guidata da Alfonso Leggieri ha ravvisato sette punti di illegittimità e ha deciso di trascinare l’ente di via Genova davanti al Tribunale amministrativo regionale dove ieri (16 dicembre) si è svolta l’udienza in via telematica. Tutto è stato rinviato al prossimo 13 gennaio, quando i giudici entreranno nel merito della questione.

Campitello dicembre 2020

Innanzitutto, spiega il primo cittadino, “attualmente la Regione non ha la disponibilità delle aree sciabili montane di competenza del Comune di San Massimo. Nel bando è stato scritto che è in itinere la convenzione con il Comune di San Massimo. Ma è stata creata una falsa realtà e una falsa aspettativa nei confronti di chi rispondeva al bando”. La convenzione avrebbe dovuto dar seguito alla mozione del Movimento 5 Stelle approvata un anno fa in Consiglio regionale per affidare al Comune di San Massimo la proprietà degli impianti ma è rimasta sulla carta. 

In secondo luogo, l’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Leggieri ricorda che “la disponibilità delle aree sciabili è stata revocata a causa di una morosità di 400mila euro che Funivie Molise ha con il Comune di San Massimo”. Parliamo dunque dei debiti maturati dalla società partecipata della Regione Molise più volte finita sotto la lente della Corte dei Conti e alla quale sempre il Comune di San Massimo ha presentato il conto inviando il decreto ingiuntivo e avviando le procedure esecutive per il recupero delle somme.

Al tempo stesso “l’anno scorso è stata risolta la convenzione per l’utilizzo delle aree sciabili, così come prevede da una delle clausole contrattuali in caso di inadempienza”. Dunque, insistono dall’amministrazione Leggieri, “in queste condizioni, senza avere la disponibilità delle aree sciabili, la Regione ha pubblicato il bando”.

Campitello dicembre 2020

In questa matassa ingarbugliata c’è un altro nodo: “Nel bando manca la cosiddetta clausola sociale, ossia la norma di salvaguardia della forza lavoro prevista dalle direttive europee nelle gare di appalto, e che va a tutelare i 25 dipendenti storici di Funivie Molise o ancora prima di Dga che altrimenti potrebbero essere licenziati”. 

Dunque, se l’obiettivo era il rilancio di Campitello Matese, siamo lontani anni luce. Tre impianti su quattro sono chiusi: come lo scorso anno non sono stati effettuati nè la manutenzione nè il collaudo. Eppure amatori, agonisti e i ragazzi tesserati degli scii club avrebbero potuto usufruirne per gli allenamenti, in deroga al dpcm che ha chiuso le piste fino al 7 gennaio. Invece a Campitello la neve c’è, ma è tutto chiuso. E forse questo è il principale paradosso a conclusione dell’anno nero del covid.

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