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Davide, molisano ‘bloccato’ a Londra per Natale. “Mi mancherà casa ma ora ci vuole responsabilità”

Il racconto di Davide Di Giosia, guglionesano trapiantato a Londra dove vive da dieci anni. Lo stop dei voli ha precluso a lui e alla sua famiglia di tornare per il Natale in Italia ma, nonostante il dispiacere, a prevalere è il senso di responsabilità. "Non se ne può fare un dramma, in questa situazione dobbiamo accettare di dover fare delle rinunce"

Davide di giosia guglionesano a londra

Gli auguri di Natale con la famiglia (lontana 2000 chilometri) se li scambierà in videochiamata, come saranno costretti a fare in tanti. Davide Di Giosia è un molisano – le sue origini, e la sua famiglia tutta, sono a Guglionesi – che ha scelto di vivere a Londra, dove ora ha messo su famiglia.

Non è tra gli italiani rimasti ‘bloccati’ in Inghilterra a causa dello stop dei voli, che il nostro (come altri Governi) ha imposto. Lui, alla luce della ‘scheggia impazzita’ della variante inglese e delle decisioni che ne sono derivate, non sarebbe potuto tornare e in aeroporto non ci è proprio andato. La Farnesina ha stabilito una deroga allo stop ai rientri infatti solo per i residenti in Italia e per casi di criticità o urgenza. E in ogni caso con una serie di misure precauzionali al ritorno, come tamponi e quarantena. “Non l’avrei fatto comunque a queste condizioni, che senso avrebbe avuto?”.

Certo, le intenzioni di passare il Natale e il Capodanno ‘coccolato’ dalla famiglia e ‘avvolto’ dal tepore di casa c’erano tutte. “A ottobre – ci dice Davide contattato telefonicamente – pensavo che sarei sceso a casa per il periodo delle vacanze, il mio programma me l’ero fatto. L’ultima volta che sono stato in Molise risale a fine estate ma comunque se fosse stato possibile sarei tornato anche stavolta. Però ho temporeggiato a fare i biglietti, nonostante i prezzi fossero buoni, perché la situazione era poco chiara e presentivo che sarebbe potuta variare da un momento all’altro. Vedevo che negli altri Paesi (Francia, Spagna ad esempio) la situazione peggiorava. Mi sono detto ‘secondo me pure qua arriverà’”. E così, difatti, è stato.

“Adesso è impossibile tornare”. E pensare che Davide – con la sua compagna in maternità (ha partorito per la sua seconda volta a maggio) e i suoi due splendidi bimbi – sarebbe potuto tornare a novembre ma, per una serie di circostanze, non l’ha fatto e ora si chiede chissà quando sarà possibile. “Dai primi di novembre al lavoro è stato reintrodotto lo smart working e avrei potuto benissimo lavorare a distanza anche da Guglionesi, ma ormai quel ‘treno’ è stato perso”.

La situazione è pian piano peggiorata, fino al ‘tracollo’ degli ultimi giorni con tanto di scoperta della nuova variante del virus. “In realtà noi lo sapevamo già un paio di settimane prima rispetto a quando lo avete scoperto voi. La Bbc già ne parlava. Io leggo sia i giornali inglesi che quelli italiani e la notizia da noi era già diffusa”. Una notizia che si è portata dietro quella – dapprima esclusa dal premier Boris Johnson – del lockdown natalizio.

Chiediamo a Davide, osservatore privilegiato come si dice in questi casi, com’è la situazione e come vive queste restrizioni fino a poco tempo fa non immaginate nel Paese d’oltremanica. “Gli scienziati e le autorità britanniche dicono che questa variante mutata abbia una trasmissibilità molto maggiore, del 70% in più. Quello che è evidente è che con questa seconda wave ci sono più casi. Io sono sì preoccupato, ma d’altra parte sto attento e sono prudente come lo sono sempre stato, anzi di più”. Solo ieri in Inghilterra si sono stati quasi 40mila nuovi contagi e le vittime sono state 744 (record da aprile).

Numeri che chiaramente destano qualche preoccupazione. Ma l’impressione di Davide è che la stampa stia esagerando nel tratteggiare con toni allarmistici la ‘variante inglese’. “Che probabilmente è diffusa già da tempo, e che anche in Italia circola forse da qualche mese”.

Che il virus si diffonda facilmente è arcinoto e il modo migliore per scongiurare il contagio incontrastato è, come tutti noi dovremmo aver appreso da questa esperienza, rispettare tutte le misure preventive. Di più, per Davide si sarebbe dovuto procedere con un lockdown ‘duro’. “D’altronde in Cina ne sono venuti fuori in questo modo. Anche in Italia il primo lockdown ha avuto gli effetti sperati. Avrebbero dovuto imporlo anche qui, e invece…”. Invece il primo ministro britannico ha avuto sin dall’inizio un atteggiamento a dir poco spregiudicato nei confronti del Covid, “ma ora si è dovuto ricredere”. “Siamo in lockdown e i contagi aumentano, è palese che la gestione è stata del tutto sbagliata”. E nel Belpaese? “In Italia si è gestita bene la prima fase. Poi tra temporeggiamenti, compromessi, mediazioni e decisioni prese a metà, il vantaggio è stato vanificato”.

Davide, 40enne che vive dal 2010 a Londra (nei due anni precedenti aveva lavorato e vissuto a Parigi), da pochi anni è padre. E lo è diventato per la seconda volta in tempo di pandemia, a maggio, quando nel buio di questi tempi è venuta alla luce la piccola Myriam. “Chiaro che qualche preoccupazione in più c’è, anche perché qui siamo soli, non abbiamo nessuno e viviamo in un piccolo appartamento dove gli spazi sono quello che sono”.

Probabilmente anche per questo Davide è oltremodo attento e responsabile. “Io sono dipendente della Decathlon ma da agosto (fatta eccezione solo per qualche giorno tra settembre e ottobre) lavoro da casa. Esco solo per necessità”. Ma non tutti sono prudenti come lui: “Questa è la cosa che più mi fa arrabbiare, quando vedo sull’autobus che la maggior parte delle persone non indossa neanche la mascherina penso che non se ne uscirà mai. Per fortuna c’è il vaccino”. In Inghilterra tra l’altro le somministrazioni sono già iniziate (nei Paesi dell’Ue si partirà il 27 dicembre, ndr).

Per quest’anno dunque Davide non potrà trascorrere le festività natalizie, come d’abitudine, nella ‘sua’ Guglionesi e tra le quattro familiari mura di casa. Un sacrificio, certo. “Ma sinceramente non ne faccio un dramma. Il Natale con i miei è una cosa che mi mancherà tantissimo, ma d’altra parte penso che in una situazione come questa tutti dobbiamo essere più responsabili e fare delle rinunce. Quest’anno sarà così, dobbiamo accettarlo, ma rispetto a quello che stiamo vivendo penso che questo passi in secondo piano”. Con buona pace dei nonni.

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