La protesta

Cimitero di Termoli chiuso, l’amarezza di chi ha perso un caro: “Quello è l’ultimo posto dove ci si può contagiare”

Cancelli sbarrati e visite ai defunti vietati dal 24 al 6 gennaio, con l’eccezione di soli tre giorni (28, 29 e 30 dicembre): a Termoli le visite ai defunti sono proibite da ordinanza del sindaco. Una scelta aspramente contestata dai parenti di chi è passato a miglior vita, che ci hanno scritto e segnalato quello che, a loro giudizio, appare come un paradosso e una scelta incomprensibile.

E’ un Natale diverso. Un periodo di festa che di festoso ha ben poco. Ed è anche un momento in cui in casa, a tavola, nei pranzi e nelle cene ristretti a pochi familiari, sotto regole rigide imposte dal Decreto Natale, molti sentono il vuoto lasciato da un loro caro che in questi mesi è andato via per sempre. Il Covid è stato impietoso in Molise sul fronte dei morti, strappando ai loro affetti tanti anziani e non solo. E non c’è stato solo il Covid: decine di persone sono andate via in silenzio, per malattie e vecchiaia, aprendo ancora di più la ferita collettiva delle perdite umane.

Proprio perché è un Natale diverso, chi vive il lutto vorrebbe almeno poter salutare, in punta di piedi e nella quiete del cimitero, quelli che non ci sono più. Che oggi non possono sedere a tavola, dispensare un sorriso, una parola di fiducia. Ma a Termoli non si può. Il sindaco della città Francesco Roberti ha fatto emanare una ordinanza che chiude il cimitero proprio nei giorni segnati in rosso sul calendario del Decreto Natale. Cancelli sbarrati e visite ai defunti vietati dal 24 al 6 gennaio, con l’eccezione di soli tre giorni (28, 29 e 30 dicembre) duranti i quali la ditta che gestisce la manutenzione del cimitero terrà aperto il luogo sacro.

Per il resto, a differenza di quello che accade nel resto del Molise (e d’Italia) a Termoli le visite ai defunti sono proibite da ordinanza del sindaco. Una scelta aspramente contestata dai parenti di chi è passato a miglior vita, che ci hanno scritto e segnalato quello che, a loro giudizio, appare come un paradosso e una scelta incomprensibile.

“A Termoli fino alla vigilia di Natale ognuno ha fatto come gli pareva. Centro pieno di persone, bar aperti anche oltre il limite e nessun controllo. Ora che si va a chiudere? Il cimitero! Il posto più sicuro del mondo” è il commento di un figlio, che rimarca come finanche ieri (24) o oggi, Natale, ci siano diverse persone in giro a correre, a fare passeggiate sulla spiaggia e sul lungomare. “Eppure se io voglio passare a lasciare un fiore sulla tomba su mio padre, al quale quest’anno non potrò fare gli auguri di persona, non posso farlo: è vietato da una ordinanza che non ha nessun senso”.

Il rischio di contagio in un cimitero, all’aria aperta e garantendo il distanziamento, è inferiore – di fatto – al rischio che offrono le altre occasioni di uscita, che pure sono permesse. “la Vigilia di Natale – testimonia un cittadino – c’erano decine e decine di persone a correre, che si sfioravano e si concentravano nella stessa fascia oraria a ridosso del lungomare. Zero Vigili, zero controlli. A questo non si pensa, ma si pensa a chiudere il cimitero…”.

“Specialmente considerando che il cimitero nei giorni di Natale non è certo un posto frequentato” racconta una donna che ha perso la sorella qualche mese fa e che protesta contro un provvedimento “che non rispetta il nostro dolore e il nostro stato d’animo”.

Le chiese sono aperte, d’altronde, e nei Comuni molisani sono aperti anche i cimiteri. Ma a Termoli, città dove non è stata sprecata una parola dal sindaco Francesco Roberti per i numerosi trasgressori dei giorni scorsi e per il mancato utilizzo delle mascherine e veri e propri assembramenti, documentati anche dagli organi di informazione e dai social, funziona così, evidentemente.

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